Como, tenta di bruciare la madre. Così avrebbe ucciso anche la sorella

di Redazione

 COMO. Ha tentato di uccidere la madre nello stesso modo in cui si sospetta avesse assassinato la sorella tre mesi fa.

Così, ieri, è stata arrestata Stefania Albertani, 26 anni, di Cirimido (Como), sorella minore di Maria Rosa, l’operaia di 39 anni trovata morta carbonizzata nel luglio scorso sul retro della ex casa di famiglia. Stefania era indagata a piede libero: su di lei c’erano parecchi sospetti, ma il quadro indiziario non era ritenuto sufficiente per chiederne la custodia cautelare in carcere.

Ieri, quella che potrebbe essere la svolta decisiva nell’inchiesta. Stefania, nel primo pomeriggio, dopo un litigio, ha tentato di strangolare la madre, Alma Verga, e quando la donna è rimasta a terra quasi priva di sensi, avrebbe tentato di darle fuoco con del liquido infiammabile. La vittima è stata ricoverata in ospedale con lesioni e ustioni considerate non gravi, mentre la figlia è stata arrestata dai carabinieri. Altri particolari dell’episodio, anticipato oggi sulla stampa locale, non sono ancora noti.

Scomparsa il 14 giugno scorso, la sorella Maria Rosa era stata trovata carbonizzata il 14 luglio, sul retro di quella che era l’abitazione e la sede dell’azienda edile della famiglia Albertani, a Cirimido, prima che il fallimento della ditta li costringesse ad abbandonare lo stabile, finito poi all’asta. Interrogata più volte, Stefania, la sorella minore e laureata, era sempre apparsa lucida e spigliata. Ma alla fine i sospetti erano ricaduti su di lei, che poche settimane dopo il ritrovamento del cadavere aveva tentato il suicidio ingerendo barbiturici.

Il movente del delitto sarebbe di natura economica: Maria Rosa, operaia in un calzaturificio della zona, aveva dei risparmi con i quali intendeva acquistare per sè lo chalet in cui viveva da sola in affitto. La sorella, si sospetta, voleva invece che quel denaro fosse utilizzato per comperare all’asta la casa di famiglia. Dalle indagini è emerso che Stefania, fingendosi mediatore immobiliare e poi avvocato, aveva inviato delle mail frapponendosi tra la sorella e il proprietario dello chalet, nel tentativo, si presume, che Maria Rosa rinunciasse all’acquisto. Acquisto che la donna non ha mai fatto in tempo a perfezionare.

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