Berlusconi: “Niente piazza, siamo legittimati dagli elettori”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA. In un’intervista rilasciata al Tg5, il premier Silvio Berlusconi conferma la sua linea sulla bocciatura, da parte della Consulta, del Lodo Alfano, ma reputa inopportuno scendere in piazza “perchè siamo già legittimati dagli elettori”.

Il presidente del Consiglio ritiene, inoltre, che è possibile una “leale dialettica” fra le istituzioni, anche se in Italia “nessuno è super partes”. “Lo dimostrano – spiega il Cavaliere – i giudici di sinistra della Consulta e il presidente della Repubblica, protagonista della storia della sinistra”. “La coabitazione politica non è facile in nessun paese, anche in Francia ci sono state difficoltà”, aggiunge il premier.

Poi lo sfogo: “Sono stato la persona che ha subito più processi, non solo in Italia, ma nel mondo e in ogni epoca. Da quando sono sceso in campo contro di me ci sono stati 109 processi, più di 2500 udienze, 530 perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dell’autorità giudiziaria e ho dovuto spendere più di 200 milioni di euro per pagare consulenze e avvocati”.

E confessa che sulla sentenza della Consulta non si era mai fatto illusioni: “Non ho mai creduto che il lodo Alfano potesse passare al vaglio di questa Corte Costituzionale”.

Intanto, nello schieramento di opposizione vi è uno scontro tra Pd e Italia dei Valori. In particolare, Antonio Di Pietro se la prende con Pierluigi Bersani: “Bersani e gli amici del Pd con questi continui rimbrotti nei confronti dell’Italia dei Valori, perché fa troppa opposizione a Berlusconi e perché, in questi giorni, chiede le sue dimissioni e le elezioni anticipate, stanno diventando stucchevoli, fuori dalla realtà e dal buon senso.

Preoccupato del livello raggiunto nello scontro istituzionale, dopo le esternazioni del premier su Quirinale e Consulta, è il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: “Tutta colpa del nostro bipolarismo inconcludente e rissoso, condizionato da due partiti populisti: da una parte c’è la Lega, dall’altra l’Italia dei Valori”, afferma in un’intervista al quotidiano Avvenire. Per Cesa, dunque, “è meglio abbassare i toni, c’è un’escalation a cui bisogna porre un freno, sul piano della politica. Per questo noi vogliamo andare oltre l’Udc. Fare un partito di centro in grado di moderare la politica italiana, cominciando con il rispettare le istituzioni”.

Sulla composizione della Consulta arriva anche la replica a Berlusconi da parte del presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: “Quando ho fatto le nomine – ha detto al Corriere della Sera – non ho guardato a nient’altro che alla preparazione di chi avrebbe ricoperto quell’incarico. Di sicuro non ho chiesto a ciascuno di loro per chi votasse alle elezioni, semmai mi sono assicurato che di nessuno si sarebbe potuto dire che fosse di parte”. Non è dello stesso parere un altro ex capo di Stato, Francesco Cossiga, che commenta così le parole di Ciampi: “Non esistono giuristi asettici. Il grande Santi Romano era un notorio fascista ed il grande Arturo Carlo Jemolo era un notorio antifascista. Da tutto posso essere indipendenti i giudici tranne che dalla loro cultura”.

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