E’ morto l’ex sindaco anticamorra Antonio Cangiano

di Redazione

Antonio CangianoCASAPESENNA.La comunità di Casapesenna piange la scomparsa dell’ingegner Antonio Cangiano, l’ex vicesindaco gambizzato nel 1988 in un agguato di camorra e cheda allora era stato costretto a vivere su di una sedia a rotelle.

Nato il 13 marzo 1949, iscritto al Partito Comunista sin dalla gioventù,”Tonino” (così lo chiamano in paese)entra a far parte del primoConsiglio comunale di Casapesenna, quando arriva l’autonomia territoriale nel 1973, con il distacco da San Cipriano d’Aversa. Alle elezioni del29 e 30 maggio 1988 inizia dure battaglie dall’opposizione, dalla quale passa in maggioranza nell’ambito del cosiddetto “compromesso storico” tra Dc, Pci e Psi e viene designato assessore ai lavori pubblicicon delega di vicesindaco. Cangiano è pronto a mettere finalmente mano al nuovo piano regolatore.Ma arriva quel terribile 4 ottobre1988: in piazza Petrillo, il vicesindacoviene feritogravemente alle gambe da colpi d’arma da fuoco.L’attentato porta la firma del clandei casalesiperché Cangianoè intenzionato abloccare alcuni appalti concessi senza gare regolari ad imprese vicine alla camorra. Quel Consiglio comunale non arriva alla naturale scadenza, e nel 1991 viene sciolto per decreto del presidente della Repubblica.
Dopo due anni si torna alle urne e avviene quello che Cangiano non si sarebbe mai aspettato: poco prima della scadenza per la presentazione delle liste arrivano a casa sua il parroco del paese, don Luigi Menditto, e una decina di rappresentanti di un comitato cittadino che gli chiedono di tornare in campo.Due giorni per riflettere e poi il “Si”. E’ quindi candidato a sindaco in una lista civica, “Insieme per Casapesenna”, che raccoglie molti giovani ed esponenti della società civile, dell’Azione Cattolica e delle associazioni locali. Vince le elezioni del 21 novembre 1993, con quasi 4000 preferenze, praticamente tutto il paese gli si schiera a fianco. Ma la camorra è sempre in agguato e, dopo varie intimidazioni e minaccie, il 24 ottobre 1995 consegna le dimissioni nelle mani del Prefetto di Caserta. Successivamente il Consiglio dei ministri scioglie l’Assise il 23 gennaio 1996.
Muore il 23 ottobre scorso all’ospedale cvile di Caserta dopo un mese di complicazioni cliniche, dovute sempre alla completa amputazione degli arti inferiori. Il funerale sarà celebrato sabato mattina, nella chiesa parrocchiale “S.Croce” di Casapesenna.
“Siamo colpevoli, siamo tutti colpevoli dei suoi 21 anni di sofferenza. – commenta il dottor Renato Nataledell’associazione “Jerry Masslo” di Casal di Principe -E’ colpevole questa terra che chiede ai propri figli migliori sacrifici estremi come quelli di Tonino, o la morte come fu per don Peppe Diana. Siamo colpevoli delle troppe assenze, dell’indifferenza che ha circondato il suo calvario, ma lo siamo anche per ciò che lo ha preceduto; il silenzio sulle cosche, le compliocità, l’arruffianarsi il camorrista ed il potente di turno per ricavarne ventaggi personali. Siamo colpevoli per non aver denunciato, non aver gridato il nostro No ai criminali, perchè abbiamo lascito solo Tonino e pochi altri come lui , in una battaglia che portò a prendersi quei colpi vigliacchi che lo hanno stroncato, gli hanno paralizzato la vita. Nonostante la carrozzella Tonino non si tirò mai indietro; lo ricordo sindaco in una Casapesenna che era stata sciolta per inquinamento camorristico , in condizioni di dissesto; e lo ricordo pochi mesi fa, nel giorno del 15° anniversario della morte din Don Peppino Diana, all’incontro con don Luigi; a pancia in giù, dimezzato da interventi che gli avevano portato via le gambe, che non rinunciava a discutere di politica, di impegno, di speranze. Non voglio ricordare Tonino con tristezza, ma con rabbia, la rabbia di chi non accetta che per essere uomini in questa ter ra bisogna morire. Nel tuo ricordo caro Tonino cercheremo di continuare a lottare per le nostre comunità, affinchè non abbiano più bisogno di eroi”.
Alle ultime elezioni amministrative del giugno scorso, Cangiano aveva inviato questo messaggio alla lista “Insieme per Cambiare”: “Ci vuole un forte ricambio nella gestione della cosa pubblica, c’è bisogno della discesa in campo di giovani di buona volontà che vogliono bene al proprio paese e vogliono impegnarsi per fare la cosa giusta, siamo arrivati al punto di non ritorno, è ora di migliorare la vita della gente del nostro territorio. I giovani non devono disinteressarsi alla politica perché è la politica che decide come devono vivere, se devono avere un posto di lavoro, se devono sperare di potersi costruire una casa e formarsi una famiglia. I giovani devono capire che ormai non possono più stare a guardare, devono fare. Sono i giovani i veri portatori di nuove idee. Sono i giovani che non conoscono i compromessi. È sono i giovani che possono rinnovare la politica nel nostro paese”.
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