Operaio morto a Teverola, solidarietà del sindacato Flaica

di Redazione

 TEVEROLA. Il segretario provinciale della Flaica Uniti Cub Caserta, Raffaele Decimo, interviene sull’ennesima tragedia sul lavoro, che stavolta ha avuto come vittima un operaio edile di Teramo, schiacciato dalla parete di un prefabbricato in un cantiere della zona industriale.

“E’ con estremo rammarico e costernazione – afferma Decimo – che apprendiamo della morte del giovane operaio edile qui a Tevorola, in una città in cui da tempo la nostra organizzazione svolge un lavoro di radicamento sindacale nel tessuto produttivo e dei servizi, avendovi anche una sede; un’altra vita è stata spezzata in un luogo, come quello di lavoro, che dovrebbe essere di vita e non di morte, che dovrebbe essere di crescita e realizzazione professionale e non di precarietà. Davanti a tale incalcolabile tragedia, quale sindacato di lotta, sempre in prima linea nella battaglia per il rispetto dei diritti dei lavoratori, ma anche quali semplici lavoratori ed uomini comuni, non possiamo, noi tutti, non dedicare il nostro pensiero alla famiglia del giovane operaio. E’ nonostante tutto necessaria una riflessione in più; dato il fatto che tali circostanze drammatiche sembrano ripetersi con una frequenza sempre maggiore, non si può negare che esse rappresentino un segnale pericoloso di quanto generalmente in poco conto si tengano le normative in materia di sicurezza sul posto di lavoro, un segnale grave e sconcertante che ci richiama tutti, ed in primo luogo le istituzioni, ad un maggiore livello di sorveglianza su tali fenomeni. Le nostre proposte in merito sono quelle di intensificare i controlli sui cantieri, formulare la compilazione di un elenco delle aziende più esposte ai rischi, contrastare seriamente il fenomeno del sommerso e contemporaneamente aumentare i poteri e la mobilità dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. A chi nella politica, fa dichiarazioni altisonanti, promettendo a destra ed a manca il rispetto dell’ordine pubblico e della sicurezza, noi pacatamente rispondiamo che non pu ò esserci alcuna sicurezza se il luogo di lavoro diventa il posto nel quale morire”.

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