Nuova giunta, intervista a Giulia Casella

di Ludovica Ambroselli

Giulia CasellaSESSA AURUNCA. Nuova Giunta, la terza in soli due anni e mezzo circa, per l’amministrazione comunale di Sessa Aurunca.

Tra gli assessori mandati a casa anche Carmine Venasco, espressione attiva di Legambiente sul territorio. E’ Giulia Casella (nella foto), attuale presidente del locale circolo di Legambiente, ad esprimere un commento su questo turn over. “Come cittadina devo manifestare tutto il mio dissenso per l’immobilismo che ha caratterizzato la vita amministrativa della città, immobilismo le cui responsabilità vanno forse equamente divise tra le varie componenti politiche del Consiglio Comunale. Nessun partito ha sentito il dovere di spiegare in una pubblica assemblea a noi cittadini, trattati come popolo bue, i motivi dello stallo che ha caratterizzato la vita politica degli ultimi 7-8- mesi. E dire che nello stesso programma di governo si legge: ‘L’amministrazione Di Meo garantirà, con cadenza periodica, – non superiore a sei mesi – incontri pubblici tra Sindaco, Assessori, Dirigenti del Comune e Cittadini’. Avrei aggiunto anche dei segretari dei partiti, perché è proprio nei partiti che si decide la linea politica da seguire e gli eventuali veti che rispondono solo a logiche particolari di potere”.

Ma sulle pagine dei giornali si sono lette quasi quotidianamente dichiarazioni di vari responsabili di partito. “Appunto: la politica mediatica, senza confronto, senza contraddittorio che non dà soluzione ai problemi, in cui ognuno dice ciò che gli pare, dove le parole servono spesso a camuffare la realtà dei fatti. E ancora una volta il cittadino subisce un abuso perché gli viene sottratta la possibilità di farsi un’idea critica della situazione. E’ il Consiglio Comunale la sede istituzionale per discussioni politiche pubbliche e trasparenti”.

Le possibili conseguenze? “L’impossibilità di discutere su problematiche importanti quali la scelta del Governo dell’energia nucleare; la situazione della centrale del Garigliano; il problema della paventata privatizzazione dell’acqua; l’ospedale S. Rocco; tanto per citare solo alcuni dei punti di cui ci stiamo occupando negli ultimi mesi, contenuti anche nel programma su cui questa maggioranza ha ricevuto la fiducia degli elettori. Ci sono scadenze da rispettare che possono farci perdere occasioni e finanziamenti importanti. Entro il 30 settembre la Regione Campania avrebbe dovuto fare ricorso alla Consulta contro il Ddl Sviluppo che espropria le Regioni delle loro funzioni istituzionali. Le forze politiche del Comune avrebbero dovuto tallonare la Regione per indurla a seguire l’esempio di altre Regioni. Si attua ancora la logica ‘Muoia Sansone con tutti i Filistei’ dove i Filistei sono tutti i cittadini. Inoltre, quando il cittadino viene escluso dal dibattito politico, il rischio più grosso che ne deriva è la disaffezione alla politica, fenomeno, purtroppo, già in atto, che avrà ricadute devastanti per la democrazia”.

Una sua valutazione sulla nuova Giunta? “Non mi sembra che abbia una configurazione precisa. E’ il risultato di compromessi nei quali non so quanto contino le competenze individuali. Staremo a vedere, è prematuro esprimere giudizi”.

Ci dica almeno cosa pensa del nuovo assessore all’ambiente e dell’esclusione di Carmine Venasco. “Io non conosco la persona che guiderà questo importante assessorato. Posso solo esprimere tutto il mio disappunto per l’ esclusione di Carmine Venasco che, in questi anni di ambientalismo attivo, ha accumulato un alto grado di competenza (il sindaco Di Meo l’aveva capito), un capitale che viene dissipato con troppa leggerezza, in un campo che è trasversale e incrocia anche le competenze degli altri assessorati. Venasco, che ha maturato un’esperienza ultraventennale in Legambiente, è persona che veramente lavora per rispondere alle esigenze dei cittadini, senza mai mettere in conto profitti personali, Ha ottenuto ottimi risultati con la raccolta differenziata; con il fenomeno della baraccopoli di Baia Domizia. Aveva in agenda altri importanti obiettivi che hanno bisogno di tempo per essere realizzati. Aveva proposto la modifica dello Statuto Comunale circa la denuclearizzazione del territorio e il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico inalienabile. Purtroppo la diserzione dal Consiglio e l’instabilità del quadro politico non l’ha resa possibile. Queste doti evidentemente non contano per i partiti quando non si hanno tessere e ‘non si appartiene’ a qualcuno degli schieramenti che ‘hanno peso’ negli apparati e dimostra, ancora una volta che l’ambiente non fa parte del bagaglio culturale della politica, non fa parte del suo Dna perché può costituire un ostacolo a ‘derive espansionistiche’ di vario tipo”.

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