Autosospensione Guida, interviene il Pd

di Redazione

PdSANT’ARPINO. Il consigliere Andrea Guida con una lettera inviata al coordinatore provinciale e a quello locale di Sant’Arpino ha comunicato “l’autosospensione” dal gruppo consiliare e dal Partito Democratico.

Sul caso interviene il coordinamento cittadino del Pd: “Guida si è autosospeso facendo una serie di riflessioni che, per quanto legittime, appaiono, specialmente quelle riferite alla situazione locale, ingiustificate, ingiuste e non corrispondenti alla realtà dei fatti. Nell’esprimere il nostro rammarico per una tale decisione, che ci auguriamo possa portare ad una serena riflessione e valutazione del consigliere Guida e ad un suo più forte, convinto, radicato impegno nel Partito Democratico, ci corre, comunque, l’obbligo di fare alcune considerazioni.

L’autosospensione del consigliere Guida, al di là delle motivazioni vere o presunte, denuncia un malessere che viene da lontano. Il consigliere Guida ha sempre avuto un atteggiamento prudente, distaccato, quasi di uno che c’era e non c’era nel Partito e nel gruppo consiliare dei Democratici. Com’egli stesso dice ‘un corpo aggiunto’. Infatti, tutte le volte che era invitato a svolger una relazione, un intervento – dopo un naturale confronto nelle sedi competenti – si è sempre rifiutato come se avvertisse il timore di un’esposizione e, quindi, un pericolo per il suo ‘impegno’ politico. Quella prudenza, quel distacco altro non erano che i prodromi di un disagio politico che, se fosse solo tale, sarebbe legittimo e rappresenterebbe un vero campanello d’allarme sul quale il Partito è chiamato ad interrogarsi.

Ma alcune motivazioni addotte, tre per tutte, ‘una opposizione troppo aggressiva’, ‘un tesseramento drogato’ e una presunta ‘assenza di partecipazione’, oltre a non essere vere, non convincono e sembrerebbero più un alibi per giustificare una decisione che la convinta consapevolezza di una identità sofferta e di una difficoltà a stare tra i democratici. Può far nascere il dubbio, se la decisione del Guida si mette in relazione a quella precedente dell’architetto Antonio Capasso, che altre esigenze, altri interessi, legittimi anch’essi, avrebbero originato il passaggio ad una posizione ‘migliore’, proprio per dare più forza e garantire meglio quelle esigenze. Se alla base vi fosse stato, come pure sarebbe stato possibile, una diversa concezione della guida del Partito e dell’opposizione, quale migliore occasione dello svolgimento del Congresso per rappresentare la propria idea di Partito e presentare un proprio progetto per rilanciare e radicare il Partito, in un leale confronto, aperto e trasparente, dando così un contributo autentico e positivo al dibattito congressuale e alle sue conclusioni e decisioni.

Se, invece, come temiamo, la questione è proprio di una diversa identità, la cosa migliore e più onesta è di ammetterlo e trarne responsabilmente le conseguenze. Non è necessario per giustificare un proprio diverso orientamento ricorrere all’abusato appello al rinnovamento, solo declamato, e che spesso è il modo furbesco per tutelare altri interessi, per carità, assolutamente legittimi. E anche le conclusioni ricordano la tipica frase di due che stanno per lasciarsi e, per evitare di dirlo, affermano che hanno bisogno di ‘una pausa di riflessione’. Ben venga la pausa di riflessione e, ribadiamo sinceramente, porte sempre aperte a chi vuole rinnovare e cambiare, partendo da ‘dentro’, e smettendo sempre e solo di lagnarsi e mai impegnarsi. E’ fin troppo comodo scaricare sempre sugli altri e non avere il coraggio e la forza di prestare coerentemente fede a quello che si dice e si crede. Anche in politica la testimonianza vale più di tutte le parole di questo mondo”.

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