Onna, Berlusconi consegna le prime case ai terremotati

di Angela Oliva

Silvio Berlusconi consegna le chiavi ad una signora di OnnaONNA (L’Aquila). Guardate al futuro sia questo un luogo d’amore, per stare insieme e guardare avanti con speranza e serenità”.

Ha parlato così il premier Silvio Berlusconi giunto ad Onna, paese distrutto dal sisma del 6 aprile scorso, per inaugurare il piccolo villaggio, sorto a pochi metri dal paese, in cui sono stati costruiti 93 moduli abitativi in legno e anche una scuola dell’infanzia intitolata a Giulia Carnevale, studentessa di architettura morta sotto le macerie della Casa dello Studente, che aveva progettato la struttura.

Il presidente del Consiglio, accompagnato dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, dal sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, dalla presidente della Provincia Stefania Pezzopane e dal presidente della Regione Gianni Chiodi, dopo aver visitato le casette in legno e deposto una corona di fiori al monumento in ricordo delle vittime del terremoto, ha consegnato le chiavi di casa ad una delle nuove proprietarie: “Consegno a lei la chiave con l’augurio che questo sia un nido d’amore per una nuova vita e per guardare avanti. Qui avete tutto quello che potrà servirvi per crescere i vostri figli, speriamo per poco, finché non sarà ricostruita Onna”.

Le abitazioni, completamente arredate, sono strutture in legno, fabbricate in Trentino e montate in Abruzzo dal

personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento. Bertolaso ha assicurato che entro la fine dell’anno saranno smontate tutte le tendopoli d’Abruzzo per far sì che ogni famiglia abbia la propria abitazione: “Entro la fine del mese saranno smontate tutte le tendopoli in Abruzzo sotto le quali vivono ancora 11 mila persone ed entro la fine dell’anno, tutti gli sfollati saranno sistemati nelle abitazioni. Potremmo ospitare nelle case di legno e in quelle antisismiche tra le 25 e le 30mila persone. E non sono baracche, non sono container, non sono roulotte: sono vere e proprie case”.

Un lavoro più complicato, invece, sta interessando il capoluogo abruzzese poiché le poche discariche presenti nella zona non riescono a contenere l’abbondante quantità di materiale di risulta: “E’ un lavoro che non può esser fatto con superficialità, andando lì con le ruspe e portare tutto in discarica, perché lì in mezzo c’è molto amianto e anche un mattone può avere un suo valore perché messo nel Quattrocento”.

L’inaugurazione del nuovo villaggio è stata anche l’occasione per protestare contro il premier, accolto da vari striscioni che riportavano scritte comeTempera, dove andremo a settembre? No alla deportazione”, “Bene le case di Onna, ma gli altri?” e “Altro che Porta a Porta, non tenemo le case”. Un altro gruppo di manifestanti ha distribuito dei volantini alle persone che hanno partecipato all’inaugurazione e hanno appeso degli striscioni all’ingresso del villaggio: “Una sola grande opera: ricostruire L’Aquila dal basso” e “L’Aquila riparte con i cittadini sparsi in ogni parte?”.

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