Fini: “Non sono un compagno travestito”

di Redazione

Gianfranco FiniGUBBIO. “Nonè degno il dibattito in un partito con questo stillicidio di dichiarazioni basate su tre ipotesi: che sono folle, che sono un ‘compagno travestito’ e che aspiro a fare il capo dello Stato”.

Lo afferma Gianfranco Fini, presidente della Camera, aprendo il suo intervento alla scuola di formazione del Pdl.

“Non si può percepire un partito che rappresenta il 35%-40% come un organigramma. E’ impensabile che dal 27 marzo a oggi, quandoè nato il Pdl,il partito non decida nulla. Credo che serva un cambio di marcia, per questo faccio appello al presidente Berlusconi. Credo che serva dar vita a momenti di confronto. Quante volte si è riunita la direzione del partito? Mai. Quando dico più dibattito, più democrazia interna, nonintendo minare una leadership, anzi. Se mai si tratta di metterla a confronto con quelle che sono le realtà vive del partito”.

Fini citato la storia di An, in cui si sono fatte riunioni, discussioni, votazioni. Significa iniettare quegli indispensabili elementi di democrazia interna, senza i quali il partito rischia di non esprimere le sue potenzialità. I problemi di merito ci sono e sono di tutta evidenza. Il problema non è solo di metodo, ma di merito. Se avanzo delle critiche, è perchè sono convinto che pensare l’Italia di domani significhi tante cose.

“Bisogna smetterla di mortificare le proposte. Dire di dare il voto agli immigrati alle elezioni amministrative non e’ cattocomunista. In alcuni paesi europeiè già in vigore”, afferma il presidente della Camera.

Fini poi affronta le contraddizioni tra le dichiarazioni di Berlusconi rilasciate alla tv tunisina, quando apre all’accoglienza degli immigrati, e le norme contenute nel pacchetto sicurezza. “Siccome la Lega è l’alleato di ferro e senza la Lega non si vince, – dice il numero due del Pdl – allora si cerca il quieto vivere e non un confronto, ma bisogna discutere sul diritto di voto e della cittadinanza per gli stranieri, sul diritto d’asilo”.

“Anche la questione meridionale è una questione di cui bisogna discutere. – aggiunge Fini – Porre il problema della legalità, dello stato nel meridione. Approvato il federalismo il governo deve varare i decreti attuativi. Chiedo troppo se chiedo al mio paritto di confrontarsi con quei ministri che devono varare i decreti attuativi?”

Il presidente della Camera invita il Pdl a fugare ogni possibile sospetto di voler contrastare l’azione dei giudici sulle stragi di mafia dell’inizio degli anni ’90. “Mai, mai, mai dare l’impressione di non avere a cuore la legalità e la verita”‘. “Sono convinto quanto voi – diceFini – dell’accanimento giudiziario contro Berlusconi, ma non dobbiamo lasciare nemmeno il minimo sospetto sulla volontà del Pdl di accertare la verità sulle stragi di mafia. Se ci sono elementi nuovi, santo cielo se si devono riaprire le indagini, anche dopo 14-15 anni. Soprattutto se non si ha nulla da temere, come è per Forza Italia e certamente per Berlusconi”.

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