Attentato Kabul, le salme rientrate in Italia

di Redazione

il rientro a Roma delle salmeROMA. E’ atterrato a Ciampino, alle 9.34 di domenica, il C-130 dell’Aeronautica militare con a bordo le salme dei sei paracadutisti della Folgore uccisi nell’attentato di giovedì scorso a Kabul.

Ad accoglierele salme delcapitano Antonio Fortunato, del sergente maggiore Roberto Valente,del caporal maggiore capo Massimiliano Randino e dei caporal maggiori scelti Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistonani e Matteo Mureddu, c’erano il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,insiemeai presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani,al ministro della Difesa La Russa, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta,al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, al sindaco di Roma Gianni Alemanno, oltre ai vertici militari, tra cui due alti ufficiali afgani.Un picchetto di paracadutisti della Folgoreera schierato sulla pista per rendere onore ai feretri portati a spalla dai commilitoni. L’Ordinario militare per l’Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, ha benedetto le salme. Presenti i parenti dei sei militari, tra cui il figlio piccolo del sergente napoletano Valente, in braccio alla madre, con in testa il basco amaranto dei paracadutisti.

Il rientro a Ciampino

Lunedì saranno celebrati i funerali di Stato. Al termine del rito funebre, quando le bare si troveranno sul piazzale della basilica di San Paolo fuori le mura, avrà luogo il sorvolo della Pattuglia acrobatica nazionale. Parteciperà ai funerali anche il figlio di 7 anni di Antonio Fortunato, uno dei militari uccisi. La presenza del bambino alla cerimonia funebre è stata suggerita dalla psicologa che lo sta assistendo in questi giorni.

Nella notte sono rientrati anche i quattro soldati feriti.Intanto, proseguono le indagini sull’attentato suicida. Alcuni resti umani sono stati trovati sul luogo della strage e, come riferito dal ministero della sanità afgano, con molta probabilità appartenono ad unodei kamikaze.Un elemento che renderebbe meno accreditata l’altra ipotesi di un’autobombaazionata adistanza.

Sembra, poi, che dopo l’esplosione ci sia stata una sparatoria. Fonti militari sul posto confermano che tra le 15 vittime civili c’è anche un numero imprecisato di bambini, ma negano ogni responsabilità dei soldati italiani. I talebani, che hanno rivendicato l’attentato, avevano infatti comunicato che gli italiani, dopo l’attacco, avevano reagito sparando sulla folla. “E’ chiaramente falso. Si tratta di propaganda, e siamo furiosi per questo. Ammesso che ci sia stata una reazione, escludo categoricamente che si sia aperto il fuoco contro i civili. Siamo militari professionisti, non siamo certo dei cialtroni”, affermano le stesse fonti.

L’addio a Kabul

Contro gli italiani in Afghanistan “i talebani hanno sferrato un attacco al giorno”. A svelarlo ciò che doveva rimanere un segreto – “certe notizie è bene tenerle riservate” – è il comandante della Folgore e responsabile del Regional command west Herat, Rosario Castellano, in un colloquio con il quotidiano La Stampa. Il generale ha precisato che i militari si sono “sempre difesi” e “nel 99 per cento dei casi gli aggressori hanno subito perdite”. “In un mese abbiamo disinnescato dieci bombe evitando altre stragi”, ha commentato. Ma “ovviamente non stiamo lì a dare conto di tutto quello che succede”, ha aggiunto castellano, ammettendo che la presenza dei militari italiani per le strade afgane “dà molto fastidio”.

E nella tragedia si apre anche la polemica politica. Il quotidiano ‘Libero’ sabato ha titolato in prima pagina “Napolitano fa aspettare i morti”, scrivendo che il rientro dei feretri è slittato perché il presidente non ha interrotto il suo viaggio in Asia. Immediata la smentita dello stato maggiore della Difesa e del ministro Ignazio La Russa, che ha commentato: “Sin dall’immediatezza del tragico avvenimentoè stato ipotizzato dalle Forze armate un rientro delle salme tra domenica e lunedì, tenendo conto dei tempi necessari per tutti gli adempimenti del caso. Il rientro delle salme dei caduti, quindi, lungi dall’essere stato ritardato, è stato semmai accelerato al massimo su mia richiesta per consentire i funerali già nella giornata di lunedì. Non si comprende – conclude La Russa – la ragione di questa gratuita e inutile polemica priva di ogni verosimiglianza che risulta gravemente offensiva verso il Capo dello Stato, cui va la mia totale e deferente solidarietà”.

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