Iran, opposizione in piazza. Aggrediti Khatami e Moussavi

di Angela Oliva

 TEHERAN (Iran). Decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per manifestare contro il regime autoritario del presidente Mahmud Ahmadinejad.

I manifestanti hanno approfittato delle celebrazioni anti israeliane per la Giornata di Quds, cioè Gerusalemme, che si svolgono ogni anno in segno di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Il corteo di manifestanti, tutti vestiti di verde, hanno attraversato la città passando per punti nevralgici come la piazza Vali Asr e l’università. La folla ha gridato slogan a sostegno di Moussavi e ha reclamato anche la scarcerazione dei dissidenti imprigionati nei mesi scorsi ma gli agenti in tenuta anti sommossa e i membri della milizia islamica Basiji hanno caricato contro la i manifestanti arrestandone alcuni e ferendone altri.

Secondo quanto si legge sul sito Twitter anche l’ex presidente riformista Mohammad Khatami, arrivato in piazza insieme ai suoi sostenitori, sarebbe stato aggredito e costretto ad abbandonare la manifestazione. Sembra che Khatami sia stato circondato da un gruppo di persone che gli hanno strappato i vestiti e il turbante. Fortunatamente è stato difeso da alcuni manifestanti ed è riuscito ad allontanarsi illeso. Anche il

capo dell’opposizione Mir Hossein Moussavi ha subito un attacco da parte dei sostenitori del governo. I manifestanti filogovernativi hanno circondato la sua auto colpendola con calci e pugni al grido di morte per Moussavi considerato un ipocrita, costringendolo ad allontanarsi.

Alle 12 il presidente Ahmadinejad ha tenuto il suo discorso dall’università di Teheran in cui ha affermati che “Israele è il responsabile delle guerre in Iraq e Afghanistan, istigate dai sionisti”. Rivolgendosi, poi, all’occidente ha dichiarato che “l’Olocausto è stato usato come pretesto per fondare lo stato di Israele. Se veramente è avvenuto lo sterminio, perché non si consentono ricerche per verificare i fatti?”. Mahmud Ahmadinejad ha concluso il suo discorso parlando del motivo della protesta in corso: “Quelle del 12 giugno sono state le elezioni più libere della storia dell’umanità”.

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