Assemblea Onu, Obama: “Cooperare per cambiare”

di Angela Oliva

 NEW YORK (Usa). Il presidente americano Barack Obama ha parlato dinanzi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella sessione plenaria che segna l’inizio della 64esima sessione, al Palazzo di Vetro di New York.

L’intervento del numero uno degli Stati Uniti sottolinea l’importanza della collaborazione con l’Onu perché “l’America da sola non può risolvere tutti i problemi del mondo”.

Obama ha rimarcato i capisaldi della sua campagna elettorale: disarmo, pace, clima ed economia e ha sottolineato ancora una volta che la speranza e il cambiamento sono possibili. Il discorso del presidente americano è iniziato con un elenco delle sfide che il mondo intero è chiamato ad affrontare e che solo con la cooperazione sarà possibile vincere: “Estremisti che stanno cercando di seminare il terrore, conflitti che si protraggono all’infinito, genocidi e atrocità di massa, sempre più nazioni con armi nucleari, calotte polari che si sciolgono, persistente povertà e malattie pandemiche. Dico tutto questo – aggiunge Obama – non per seminare la paura ma per affermare un fatto: le nostre azioni non sono state ancora alla altezza della vastità delle sfide esistenti. Per questo è giunto il momento che il mondo si muova in una direzione nuova. Dobbiamo impegnarci per il reciproco rispetto e dobbiamo farlo da subito. Sono consapevole – sottolinea il presidente Usa – dell’aspettativa che circonda il mio incarico, ma so che non ha radici in quello che io rappresento, ma nel fatto che il mondo è scontento dello stato e vuole cambiare. L’America è pronta a guidare questo cambiamento”.

Ancora una volta il presidente degli Stati Unita d’America richiama alla cooperazione e lo fa citando uno dei

suoi predecessori Franklin Roosevelt che affermava: “La pace non è il lavoro di un uomo solo di un partito, di una Nazione. Non c’è una pace delle nazioni grandi o piccole, la pace è il frutto della cooperazione di tutto il mondo”.

“L’Onu – ha continuato Obama – è fatta di Stati sovrani e purtroppo questo organismo troppo spesso diventa un forum di discordia, piuttosto che di consenso, è un teatro per giochi politici e per fare sfogo a tensioni piuttosto che risolvere problemi. Dopo tutto, è facile salire su questo podio e puntare il dito contro gli altri, alimentare divisioni. Quello sono capaci tutti a farlo. La democrazia – osserva Obama – non può essere imposta dall’esterno. Ogni società deve trovare la sua strada e nessuna strada è perfetta. Gli Stati Uniti sono stati troppo spesso selettivi nella loro promozione della democrazia, però, ci sono alcuni principi di base che sono universali e l’America – ha concluso il presidente americano – non vacillerà mai negli sforzi di far rispettare il diritto dei popoli in ogni angolo del mondo di determinare il loro destino”.

Subito dopo Barack Obama a prendere la parola è stato l’altra new entry dell’assemblea Onu, il leader libico Muammar Gheddafi che, durante il suo discorso, ha attaccato duramente il Consiglio di Sicurezza affermando: “Non dovrebbe essere chiamato Consiglio di Sicurezza ma Consiglio del terrore. Non può esistere un Consiglio di Sicurezza con nazioni che hanno armi nucleari. Questo è terrorismo vero e proprio”. Il leader libico ha annunciato anche di voler respingere la Carta delle Nazioni Unite e si è pronunciato contro a un allargamento dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.

Gheddafi ha concluso il suo discorso facendo riferimento alla nuova influenza che sta seminando il panico in tutto il mondo. Secondo il leader libico, il virus dell’influenza “A” sarebbe stato creato in laboratorio per scopi prettamente miliari.

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