Pse, Martino: “Si vada al congresso”

di Redazione

PseCASERTA. L’avvocato Francesco Martino, storico esponente socialista in provincia di Caserta, esorta ad indire un congresso provinciale in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Riceviamo e pubblichiamo:

E’ necessario un Congresso Provinciale per concludere il passato Congresso e procedere pertanto all’approvazione del documento politico programmatico sul quale fissare l’organizzazione e darsi la piattaforma per le prossime elezioni. Un Congresso pertanto che sia organizzativo e programmatico per rispondere agli elettori ed al quesito: perché votare socialista?

Concludere il Congresso con l’approvazione del documento politico significa anche rispondere agli attacchi interni ed esterni di mancata democrazia come dichiarato “da rappresentanti esecutivi del partito” alla fine del mese di luglio.

Bisogna darsi delle linee entro le quali muoversi ed evitare che si proceda a vista ed a ruota libera.

Nel passato Congresso, si ripete non concluso, fu presentato un documento politico non messo ai voti perchè non in sintonia con la volontà dell’ “Io”, che quale vertice, per volontà superiore, si era dato la base.

Il documento politico trattava e tratta, perché ancora in discussione, stante il Congresso aperto, la parte organizzativa e le linee politiche programmatiche per Terra di Lavoro e la giusta collocazione degli interessi generali, come richiede la politica socialista e riformista nel contesto regionale e nazionale.

L’“Io” di turno e gli altri “Io” di seconda fascia si autonominarono e nominarono gli organi che per tutti loro andavano bene. Le nomine si ebbero senza alcun vincolo politico e/o organizzativo programmatico. Non fu la base a votare un documento e darsi il vertice ma il vertice, con quelli di seconda fascia, a darsi la base.

Ci si accorge da parte degli scontenti attuali che non si ha democrazia. In precedenza tutto andava bene, allo stato ci si ricorda che si è verificato il colpo di mano e non si prende atto che ciò è possibile in assenza di prefissati limiti e/o indirizzi organizzativi e programmatici. Qualcuno potrebbe dire, ed ha i numeri, cosa cambierà con il prossimo Congresso? Il che significa di doversi prendere atto che le truppe cammellate sono in cammino.

Sotto alcuni aspetti il silenzio è la virtù dei forti, nel nostro caso il silenzio potrebbe significare assenso (e pertanto non è un silenzio ma un grido assordante) o rigetto e dissenso che è altrettanto assordante. L’opzione è d’obbligo.

Si ritiene di dover intervenire dopo quanto riportato dai quotidiani a seguito di dichiarazioni di dirigenti dimentichi del loro operato con gli stessi criteri e metodi senza essersi posto il problema dell’ attività per evitare i colpi di mano.

I socialisti sono stati altresì con l’avanzata nelle grandi lotte di civiltà i protagonisti dell’avanzata socio-economica ed assertori della programmazione. Sui punti di cui sopra si ebbe l’assenso anche trasversale delle forze politiche e nacque così concretamente l’era del riformismo e la problematica in merito alla strategia per la sua applicazione, comunque si fissava l’incontro tra la finanza pubblica e la finanza privata per il raggiungimento dell’avanzata sociale.

Anche in situazioni patologiche si faceva politica non c’è bisogno oggi di una congrega, una confraternita e/o arci confraternita con i priori portatori del bastone in segno di potere per poi apparire nelle sole occasioni di rito e per la certificazione del diritto di cittadinanza di soggetti neofiti che vengono subito inseriti nella struttura decisionale.

Il dovuto imminente congresso politico-programmatico ed organizzativo sarà l’occasione per i socialisti di Terra di Lavoro di darsi l’impostazione politica con una propria strategia e la conseguente indicazione dei propri rappresentanti.

È mortificante leggere sui quotidiani e sentir dire i socialisti di ciò sia nella dimensione provinciale che locale. La linea politica socio-economica programmatica dei rappresentanti politici (si badi non partitici) in Terra di Lavoro si deve esprimere anche trasversalmente in presenza di importanti appuntamenti che interessano il territorio e le popolazione di Terra di Lavoro.

La Provincia di Caserta “da crocevia del sud” (così come viene definita nei manuali di politica economica) diventerà “il crocevia del nord”. La ricchezza si formerà nel sud Europa e nord Africa (la politica economica della Sponda sud di cui si parla tra gli addetti ai lavori, i quali sono soggetti politici aggiornati sugli sviluppi e sulle prospettive a breve e a medio termine), salirà attraverso le tre realtà che si spingono nel basso Mediterraneo, l’Italia è la più avvantaggiata per i transiti verso il nord e Terra di Lavoro sarà lo snodo determinante ed obbligato. Ai politici la capacità e preparazione per far lasciare sul territorio casertano il valore aggiunto e prepararsi ad importanti interventi strutturali che potranno aversi, anche a fasi funzionali, per raggiungere gli obiettivi.

Su questi punti si fonda la politica e l’idoneità dei politici i quali si dovranno misurare sulla giusta programmazione e di fini da raggiungere e preparare la popolazione sul territorio. Nel Congresso socialista a tenersi in Terra di Lavoro saranno presentate le proposte e le strategie per le aggregazioni sul punto e far uscire allo scoperto le grosse potenzialità politiche anche trasversali. E’ d’obbligo darsi la camera di discussione e di compensazione rispondendosi anche al quesito ed agli obiettivi del socialismo riformista.

Non è possibile che qualcuno risponda “ora dobbiamo pensare a fare voti”. Ma per chi e per che cosa? Si precisa che non si hanno predestinazioni. I dirigenti si diano una scrollata. Non è esclusa a priori la candidatura del portatore di voti ma si dovrà decidere sul fardello da portare. Venni a conoscenza degli svolgimenti voluti dal leader che tuona dalla collina Aurunca, da un contatto telefonico, per motivi professionali, con un corretto compagno già consigliere provinciale che ritenne di aggiornarmi sui fatti senza alcun suo commento.

Presi atto pertanto che non si era avuta una corretta convocazione così come in altre occasioni gestite e volute anche dai turbolenti di turno e di ciò non mi sorprendo né mi meraviglio, resto sorpreso di specifiche e determinate voci di dissenso.

Spero che la levata di scudi non comporti la trattativa per soddisfare attese dei turbolenti e/o l’impegno per la ricerca di altri improvvisati dirigenti socialisti.

Si vada al congresso.

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