Afghanistan, lunedì pomeriggio i funerali di Valente

di Redazione

in alto, da sin. Valente, Moreddu, Pistonami; in basso Ricchiuto, Fortunato e RandinoRientreranno in Italia domenica mattina, alle 9.30, all’aeroporto di Ciampino, le salme dei sei militari italiani uccisi giovedì in Afghanistan durante un attacco suicida.

Una camera ardente sarà allestita all’aeroporto di Kabul, dove i colleghidaranno loro l’ultimo saluto al primo caporalmaggiore Matteo Mureddu, 26 anni, di Solarussa, in provincia di Oristano,al tenente Antonio Fortunato, 35 anni, di Lagonegro (Potenza), al primo caporal maggioreDavide Ricchiuto, 26 anni, nativo di Glarus (Svizzera),al primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, di Orvieto, al sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, di Napoli,e al caporal maggiore Massimiliano Randino, 32 anni,di Pagani (Salerno).

A Roma verranno eseguite le autopsie, su disposizione della procura della capitale che ha aperto un fascicolo sulla strage.

FUNERALI DI STATO. I funerali di Statosi terranno lunedì mattina, nella capitale, giornata per la quale è stato deciso il lutto nazionale con un minuto di silenzio nelle scuole e negli uffici pubblici. Le esequie private del sergente maggiore Roberto Valente si terranno invece nel pomeriggio della stessa gioranta, nella chiesa di San Vitale, quartiere Fuorigrotta, dove il paracadutista viveva assieme alla moglie e al figlio di due anni.

I FERITI. Fuori pericolo gli altri quattro soldati rimasti feriti nell’attacco, rientrati in Italia nella notte. Si tratta del primo maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno), che ha riportato un forte stato di choc, e tre primi caporalmaggiori della Folgore: Rocco Leo, 26 anni, originario di Francavilla Fontana (Brindisi) ed effettivo al 186/o reggimento paracadutisti, che ha riportato un forte stato di choc; Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera ed in servizio al 186/o reggimento, al quale sono stati diagnosticati un trauma da scoppio all’orecchio destro e contusioni varie; Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli, in servizio al 187/o, che ha avuto una lieve ferita alla mano sinistra ed un trauma da scoppio all’orecchio sinistro.

INDAGINI SULL’ATTENTATO. L’attentato, rivendicato dai talebani, ha causato tra i civili afgani 20 morti e 60 feriti. Proseguono gli accertamenti per chiarirne la dinamica: ancora da stabilire se l’autobomba carica di 150 chili di esplosivo sia stata azionata a distanza o se un kamikaze si sia scagliato contro il convoglio italiano. Oggi a Lisbona riunione del Comitato militare della Nato.

BERLUSCONI PROPONE “EXIT STRATEGY”. “Noi avevamo già un progetto, sempre condiviso con gli alleati, di riportare a casa i soldati che avevamo mandato in occasione del periodo elettorale: e poi bisognerà mettere a punto una transition strategy per caricare di maggior responsabilità il nuovo governo”. Cosi il premier Silvio Berlusconi nel corso di una visita al sacrario dell’Esercito a Roma, è tornato a parlare della missione italiana in Afghanistan. L’obiettivo della “transition strategy” è quello di caricare di maggiore responsabilità il nuovo governo e mettere a punto il numero di soldati da afgani addestrati e il numero di componenti delle forze dell’ordine e fare un programma che vedrà aumentare le capacità del governo Karzai di garantire la sicurezza nel paese e contestualmente di consentire alle truppe alleate di diminuire gli organici”.

LA RUSSA: “NO A SEGNALI DI DEBOLEZZA”.“Non ci sono opinioni diverse nella maggioranza sull’exit strategy dall’Afghanistan. Anche Bossi, in Consiglio dei ministri, ha confermato che non è possibile ipotizzare alcuna decisione unilaterale, facciamo parte di organismi internazionali”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Si può discutere di tutto e si discute di tutto ma in queste ora discutere o ipotizzare una exit strategy, sull’onda dell’emotività, può essere confuso da alcuni come un segno di debolezza e vantaggio per il terrorismo e può portare a una accresciuta violenza nei confronti dei nostri soldati”. Il ministro ha ribadito che “le regole di ingaggio sono adeguate e non cambieranno” e ha confermato che “entro Natale il rientro potrà avvenire, come programmato, per i 500 uomini inviati in Afghanistan per le elezioni”.

FRATTINI: “A NATALE 500 SOLDATI RIENTRERANNO”.Entro Natale saranno ritirati certamente dall’Afghanistan 500 uomini, ovvero il gruppo di militari che era stato recentemente inviato per rafforzare il contingente italiano in vista delle elezioni presidenziali di fine agosto. Lo ha precisato oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo alla trasmissione “Mattino 5” su Canale 5. Per Frattiniè ora di dare svolta alla missione, “è il momento – dice – di chiedere e non solo di dare, ponendosi finalmente obiettivi e scadenze. Naturalmente si deve decidere insieme sull’eventuale disimpegno dall’Afghanistan perchè da solì non si può. E’ il momento di chiedere e non solo di dare, è il momento di dire basta, è il momento di dire a chi governa l’Afghanistan qual è il suo programma per i primi 100 giorni, quali sono i suoi obiettivi per i primi sei mesi, è il momento cioè di dare delle scadenze”.

MERKEL: “PREDISPORRE STRATEGIA PER LA CONSEGNA”. “Nella prossima conferenza internazionale sull’Afghanistan, che si terrà entro fine anno, dobbiamo creare i presupposti in modo da sviluppare una responsabile strategia per la consegna del Paese”. Lo ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel (Cdu), durante un’intervista al quotidiano “Neuen Presse” pubblicata oggi. “Noi vogliamo consegnare la responsabilità nelle mani degli afghani passo dopo passo. – ha aggiunto – Di questa responsabilità fa parte, in particolare, la sicurezza”.

FRANCIA: “ITALIA NON CEDA ALL’EMOZIONE”.Il ministro francese della difesa, Hervè Morin, ha chiesto all’Italia di “non cedere a una emozione precipitosa” ritirando le sue truppe da Kabul. Morin ha detto ai giornalisti di comprendere “molto bene la tristezza, il dolore e l’emozione del popolo italiano espressi dal premier Silvio Berlusconi”, ma ha giudicato importante la presenza italiana in Afghanistan. Per Morin, la questione di un eventuale ritiro delle truppe italiane deve essere oggetto di una “discussione internazionale”.

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