Incidenti, appello di Liotto ai genitori

di Redazione

Donato LiottoAVERSA. “A volte le tragedie colpiscono come un fulmine a ciel sereno. Ti cadono addosso e inconsapevolmente, veniamo travolti e senza volerlo ci troviamo situazioni che mai avremmo pensato di vivere”.

Lo afferma Donato Liotto, presidente dell’associazione New Dreams di Aversa e organizzatore di diversi eventi di spettacolo e solidarietà nella città normanna.

“Una di queste tragedie, che in assoluto ritengo la più grave è la perdita di un figlio. Essa, può accadere in tanti modi e più delle volte può essere provocata dall’incoscienza dettata dall’età dei nostri figli e vuoi anche, da tanti fattori negativi che si intrecciano solo per pure coincidenze. Giorni fa, percorrendo la Statale Domiziana (subito dopo Mondragone, direzione Formia) ho assistito ad un incidente provocato da una moto di grossa cilindrata, con in sella due ragazzi erano fidanzati, almeno penso. Lui sui 25 anni, lei sui 18. Mi sono sfrecciati davanti e, incrociandoli, mi è venuto spontaneo rallentare e guardare dallo specchietto retrovisore.

Avevo appena incrociato un grosso trattore, di quelli con le ruote altissime, tanto da far passare un’auto sotto di lui. Nel mentre guardavo dallo specchietto della mia auto, mi sembrava di assistere a quelle scene, che se ne vedono nei film d’azione con stuntman spericolati. Ho visto letteralmente volare in aria due corpi e la moto che schizzava via all’impazzata. I due rotolavano sull’asfalto e finivano proprio sotto il trattore che continuava la sua marcia senza accorgersi di nulla e girava a sinistra. Io subito, impietrito, ma lucido. Mettevo la retromarcia, mi portavo sul luogo dell’incidente, da me distante non più di 300 metri. Scendevo dall’auto e vedevo il ragazzo alzarsi (meno male, almeno il casco lo avevano entrambi) mentre tardavo ad avvicinarmi alla ragazza, che distesa sull’asfalto ancora non si muoveva, ero scioccato. Nel frattempo, assieme ad altri automobilisti fermavo le auto che transitavano a gran velocità.

La fortuna ha voluto che il ragazzo riportasse poche escoriazioni, mentre la ragazza sembrava più malconcia, difatti dopo è stato accertato che forse aveva una gamba e il polso rotto, oltre a una grande escoriazione che partiva dall’avambraccio fino alla spalla. L’asfalto aveva consumato la sua pelle, a causa del forte attrito provocato dalla rovinosa caduta. La paura e il panico si leggevano negli occhi di questa splendida ragazza (ho una figlia della sua età) nel trambusto, il ragazzo che era con lei non voleva far venire il 118 per paura di ripercussioni con i genitori, suppongo. Ma non potevo stare li, a vederla soffrire a terra. Prendevo il telefono e, arrabbiandomi con entrambi e con il sostegno dei molti testimoni presenti, chiamavo il 118, che prontamente in 10 minuti arrivava. Mi complimento con loro per la loro solerzia e velocità assieme allo staff della Clinica Pineta Grande. Nel frattempo, la sofferenza riportata dalle ferite si faceva più forte e acuta e la ragazza quasi sveniva dai forti dolori. Una volta messa nell’autoambulanza mi accertavo con i paramedici che non ci fosse nulla di grave e, come tutti i presenti, speravo che questa dolce ragazza potesse al più presto far ritorno dai suoi amati genitori, inconsapevoli e all’oscuro di questa tragedia sfiorata.

Ecco, mi chiedo: i genitori che sopravvivono ai figli, questa davvero ritengo sia la tragedia più immane che può capitare loro. L’incoscienza dei nostri figli, dei ragazzi che sfrecciano sulle moto senza rendersi conto di quello che può loro capitare. Distruggere le famiglie basta davvero poco. Noi adulti facciamo tanto per i nostri figli, diamo tutto noi stessi, ma a volte questo è sbagliato. Dobbiamo renderci conto che, così facendo, li portiamo ad incorrere in errori irreparabili. Abbiamo sotto gli occhi tante tragedie, basta sfogliare i giornali per rendersene conto ogni giorno. Famiglie che perdono i loro amati figli e, talvolta, siamo noi inconsapevoli responsabili indirettamente della loro e della nostra distruzione. Spero che la ragazza della moto stia bene e che finalmente sia tra le braccia di chi la ama con tutto il cuore: i suoi genitori. E’ stata davvero fortunata. Ma quanti non possono dire altrettanto? Riflettiamo su questa cosa e facciamolo capire ai nostri figli, anche se il compito è davvero arduo”.

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