Il “Monopoli” del Pd lascia libera azione a Ciaramella

di Nicola Rosselli

PdAVERSA. Accapigliarsi per il nulla. I dirigenti e i caporioni del Partito Democratico aversano sembrano tanti personaggi di una commedia da avanspettacolo che litigano in continuazione, secondo il copione di una pantomima, per portare a casa nulla o quasi.

Il centrosinistra aversano non è mai stato così assente dalla vita politica cittadina. Giovani inesperti e politici senza esperienza hanno creduto che tutto si potesse risolvere con l’occupazione fisica di un partito. Ma il partito è fatto dalle persone che lo compongono. Intanto, esiste una forza politica se esistono, politicamente, i soggetti che la compongono, se esprimono un’idea di governo, di futuro della città. Ebbene, ad Aversa, tutto questo non c’è. Assistiamo solo ad una lotta intestina, non solo tra gli adulti, ma anche tra i giovani, del Partito Democratico, che pensano di poter agguantare il potere impadronendosi del partito. Ma dov’è l’iniziativa politica? Chi incalza la non certo impeccabile amministrazione di centrodestra che tanti limiti sta mostrando? Praticamente nessuno.

Il consigliere regionale Nicola Caputo, qualche ex parlamentare e diversi figli di antica progenie (Diana, Gatto, Villano) giocano a questa specie di “Monopoli” per la conquista del partito, mentre il partito si consuma e non esiste più. Insomma, tramontato con le infauste Primarie per l’elezione a sindaco di novembre 2006, con il ritiro di fatto nel 2007 dei leder storici di Ds e Margherita (Lello Ferrara, Antonello d’Amore, Donato Galluccio, Peppe Sannino e così via), il centrosinistra non è riuscito a dare una pur minima parvenza di presenza in città, se non timidi cinguettii che non si sono nemmeno uditi.

“Non nascondo – ha commentato Diana, vicesegretario cittadino e dirigente provinciale del partito di Franceschini – le difficoltà che hanno toccato anche il nostro partito, sbagliando magari quando si perde troppo tempo nelle lotte interne. Spetta proprio a noi il compito e l’obbligo di guidare un processo di ricostruzione della coalizione di centrosinistra in città”. Diana traccia anche un iter da seguire per le future alleanze: “Processo di ricostruzione che va fatto, recuperando in primis un rapporto politico con le forze di Sinistra e l’Italia dei Valori e tutte le forze civiche che si richiamano ad un modello amministrativo alternativo a quello attuale e che hanno a cuore le sorti di Aversa. Inoltre, sono un convinto sostenitore della linea di coinvolgimento in questo percorso dell’Udc, che ad Aversa rappresenta un pezzo importante della rappresentanza politica, tenuto conto anche degli ottimi esperimenti già riusciti in altre parti del Paese”.

Prove tecniche, quindi, anche in vista delle ormai prossime elezioni regionali e provinciali. Ma quello che sembra mancare è il nome nuovo, il soggetto carismatico che, come Ferrara un tempo e Ciaramella oggi, riescono a tenere insieme una coalizione e attrarre preferenze.

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