Edilizia, sequestri nell’area Pip

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. Questa volta i sigilli, nell’escalation di interventi giudiziari mirati a riportare ordine nell’intricato quadro urbanistico di Orta di Atella, sono scattati per due edifici di via Massimo Troisi.

Qui, nella strada intitolata all’amato attore napoletano, l’abusivismo e il degrado rendono la comicità più lontana che mai. Con ben 30 unità immobiliari ad uso abitativo realizzate in zona di insediamenti produttivi e dunque in totale difformità con la normativa vigente, e con 10 locali adibiti a negozi, in un’area per la quale non esiste nessun progetto approvato, da ridere c’è davvero poco.

E’ di ieri mattina l’operazione dei carabinieri del comando di Orta di Atella e del nucleo operativo di Aversa che, assieme al locale comando dei vigili urbani, hanno sottoposto a sequestro le due strutture che, tra l’altro – quasi un dettaglio a questo punto – recavano anche un piano in più rispetto a quelli consentiti dalla concessione edilizia. Uno dei due edifici è stato realizzato da una società, la Di.Be, con sede legale nella provincia di Firenze.

Imprenditori del centro Italia venuti ad investire in territorio ortese o magari solo prestanome di qualche losco personaggio locale che ha messo in piedi una struttura articolata in grado di trasformare il cemento in oro? Al quesito sta cercando una risposta la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che cerca ora di ricostruire la trama criminale. Ad offrire un sostanziale contributo alla ricerca della verità è lo staff di tecnici nominato in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione camorristica. Cumuli di fascicoli vengono esaminati da mesi per cercare la chiave di lettura in grado di aprire tutti i misteri che ruotano attorno all’esplosione urbanistica del paese. Ma dopo le firme false apposte sulle concessioni edilizie da «burattini» mossi da una regia ben articolata e dopo che sono stati denunciati per falsità ideologica i dipendenti comunali Nicola Arena e Nicola Iovinella (quest’ultimo già implicato nell’inchiesta sull’ex sindaco Angelo Brancaccio), la situazione si complica. Le pratiche della vergogna pertanto saranno trasferite in una nuova location, che sia più sicura da eventuali intrusioni.

Intanto il paese è ferito. Via Troisi, a un chilometro circa dall’uscita della superstrada Nola-Villa Literno, è in prossimità del borgo di Casapuzzano, nucleo antico di Orta di Atella dove, sempre nell’ottica di devastazione del territorio, con l’amministrazione comunale di Salvatore Del Prete succeduto a Brancaccio, fu deciso l’abbattimento di un ex canapificio per cedere spazio a decine di appartamenti. Poco più distanti via Viggiano e via Clanio dove centinaia di case sono già state sequestrate. Qui i cavi dell’alta tensione e l’assenza di servizi completano l’opera. Cittadini dai diritti non riconosciuti che brancolano nel buio. E pensare che nel decreto di scioglimento del Consiglio, sullo scempio edilizio, a lungo taciuto e rimasto fatto di ortesi e non problema di gravità generale, non viene fatto che qualche piccolo cenno. Alle autorità competenti adesso l’arduo compito di ridare dignità al territorio e di salvare il salvabile. Ben poco, a dire il vero.

da “Il Mattino”, venerdì 21.08.09 (di Alessandra Tommasino)

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