SL: “La Festa di San Michele ridotta ad una sagra”

di Redazione

Carlo Scalera MADDALONI. “La festa patronale di Maddaloni, un tempo, era un appuntamento annuale che metteva insieme la fede cristiana e la cultura del popolo maddalonese”, scrivono Carlo Scalera e Germanico Patrelli di Sinistrae Libertà.

“Dopo un anno, dove niente è cambiato, anzi ci sembra che sia tutto peggiorato, – continuano i due politici maddalonesi – ci ritroviamo a denunciare le stesse cose dette un anno fa. La festa di San Michele, molti anni fa, era legata ad una dimensione agricola e commerciale che viveva la realtà maddalonese ed era generata e vissuta come momento di ringraziamento per qualche beneficio e per richiedere protezione dei singoli e l’allontanamento da ogni tipo di male per il futuro.

Nel corso del tempo, la festa patronale, non più legata alla realtà rurale e commerciale del territorio, ha assunto, per l’evoluzione della società, più le caratteristiche della sagra che quella del ringraziamento, finendo per ‘imbarocchirsi’ di coreografie esterne che hanno poco o nulla a che fare con la fede. La vergogna ed il ricatto di quello che è successo, l’anno scorso, ad un intera città è la dimostrazione che i tempi sono cambiati in peggio, dove una intera Amministrazione Comunale ed un intero quartiere, per problemi che qui evito di parlarne, fu sottomesso. La chiesa è cambiata, grazie a Dio.

Oggi il problema pastorale è quello di ripensare la festa patronale attualizzandone il significato primordiale ed eliminando tutto ciò che non ha nulla a che fare con la dimensione religiosa. L’urgente ed è necessario per il futuro che la festa patronale sia inserita in un ‘itinerario di fede’ parrocchiale e cittadino nel medesimo tempo e non si può solo limitare a rimarcare anno dopo anno le medesime manifestazioni cartellonistiche di folclore. Quest’anno vogliamo invitare gli organizzatori che il primo passo da compiere è quello di cambiare lo stile delle proposte inserendo nell’annuale programmazione della festa patronale giornate specifiche di attenzione per i giovani, i ragazzi, le famiglie, i diversamente abili, il mondo del lavoro, gli immigrati, etc.

Ed è importante ed opportuno riportare l’invito che l’anno scorso, rimasto inascoltato del Rettore del Santuario don Angelo delli Paoli ovvero nel ricordare che…tutte le feste in onore degli Angeli e Santi sono momenti provvidenziali per far crescere la Fede e la Carità nel popolo di Dio, il pericolo di Idolatria è sempre in agguato: servirsi di Dio e dei Santi per i nostri divertimenti, per altri scopi politici, sociali, economici, folkloristici.

E’ peccato grave non educare il popolo al primato di Dio, di Gesù benedetto nella nostra vita! Questo è compito non solo del Prete ma di tutti: collaboratori o comitati per la festa. E’ peccato grave festeggiare Dio senza convertirsi a vivere come Dio ci ha insegnato in Cristo Gesù. E’ peccato grave raccogliere fondi e lavorare per la raccolta quasi un mese intero e poi spenderli tutti per il divertimento popolare, dimenticando le necessità della casa di Dio e dei fratelli bisognosi.

Allora, a questo punto era opportuno cominciare, prima a discutere, poi a confrontarci e a non usare lo slogan che serve gradualità nell’attuare i cambiamenti; se cominceremo a ‘non battere moneta’ durante i percorsi processionali e ad eliminare gli ori e il denaro collocati sulle immagini dei santi; se cominceremo a non fare più l’asta perché si porti ‘a spalla’ il simulacro e a concludere la festa con i fuochi pirotecnici e, al contrario, frequenteremo di più la chiesa, cominceremo a costruire con lo stesso denaro luoghi di accoglienza per i meno fortunati, passeremo da una chiesa del devozionismo ad una chiesa dell’altruismo. Chiesa di Maddaloni svegliati”.

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