Lampedusa, giallo su tragedia naufraghi. Bossi replica ai vescovi

di Redazione

Uno dei sopravvisuti AGRIGENTO. Resta sullo sfondo l’ipotesi di omissione di soccorso nella tragedia dei 73 immigrati morti in mare.

L’imbarcazione con a bordoi cittadini eritrei sembra sia stata intercettata in mare da una motovedetta maltese che però si sarebbelimitata a fornire loro cinque salvagente e il carburante per proseguire verso Lampedusa.

Icinque eritrei sopravvissuti, tra l’altro, rischiano l’incriminazione per immigrazione clandestina. Renato Di Natale, procuratore della Repubblica di Agrigento, ha chiarito la linea dell’inchiesta che sta seguendo il suo sostituto, il pm Santo Fornasier. “Fino a questo momento – spiega il procuratore – stiamo procedendo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti”.

Tuttavia, come precisa lo stesso procuratore, i cinque eritrei, benché debbano rispondere di immigrazione clandestina in base alle norme del decreto sicurezza di recente approvato dal governo,”sono nelle condizioni di fare richiesta d’asilo, perchè riconosciuti cittadini di un Paese bisognosi di protezione”.

Mentre sul caso del mancato soccorso da parte dei maltesi “la Guardia di Finanza e la Polizia italiana – riferisce Di Natale – stanno svolgendo una serie di accertamenti, anche sui giubbotti di salvataggio trovati a bordo del gommone”.

Ma le Forze armate di Malta smentiscono. Un portavoce dell’esercito spiega cheil gommone con gli immigrati eritrei “è stato localizzato da una motovedetta maltese dopo che era stato avvistato da un aereo militare della missione Frontex di stanza a Malta.E’ stata data l’assistenza necessaria secondo gli obblighi internazionali di Malta. I militari maltesi non hanno influenzato la selezione della destinazione. La presenza del natante è stata segnalata poi alle autorità italiane”. Ciò contrasta con la relazione inviata dalla Prefettura di Agrigento al ministero dell’Interno, in cui si legge che “nessuna richiesta di soccorso, al gommone che trasportava i 5 eritrei, è pervenuta alle autorità italiane prima di quella che ha consentito l’intervento del pattugliatore della Guardia di Finanza, né l’imbarcazione è stata mai avvistata dai numerosi servizi di pattugliamento che quotidianamente si svolgono nell’area”.

Nel Canale di Sicilia proseguonole ricerche per rilevare la presenza di eventuali corpi. Già ne sarebbero stati avvistati otto.

Intanto, le leader della Lega, Umberto Bossi, replica alle accuse lanciate ieri dalla Cei, la conferenza dei vescovi italiani, che ha definito la tragedia “un’offesa per l’umanità”, ritenendo che l’Occidente abbia “gli occhi chiusi” come fu per la Shoah.”Quelle dei vescovi sono parole con poco senso. – ha detto Bossi – Chele porte le apra il Vaticano che ha il reato di immigrazione; che dia lui il buon esempio”. I migranti, aggiunge il ministro per le Riforme, “partono molto meno di prima ma bisogna riuscire a fermarli, sennò si prosegue con un sacco di morti, con gente che rischia la vita per niente, perché quando arriva qui non ci sono posti di lavoro. Dato che nessuno accoglierà la gente senza controlli bisogna assolutamente fermare le partenze”.

Anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli attacca i vescovi: “Sento critiche inaccettabili, strumentali e basate su presupposti falsi a proposito del dramma degli eritrei e allora sono obbligato a ricordare che noi, e non altri, abbiamo soccorso i superstiti e salvato vite umane. Con la fermezza, una fermezza preventiva il nostro governo ha già salvato, senza alcun dubbio, centinaia di vite. Ha applicato una fermezza che è profondamente umana”.

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