I marinai del Buccaneer rientrano in Italia

di Redazione

I marinai del Buccaneer scendono a CiampinoROMA. I 16 marinai del Buccaner sono atterrati giovedì sera, poco prima della mezzanotte,all’aeroporto militare di Ciampino,salutati uno ad uno dal sottosegretario Gianni Letta.

Nel frattempo un lungo applauso si è levato dalla sala di rappresentanza dov’erano i familiari che, palesemente commossi, si sono accalcati alle finestre scattando fotografie con i telefonini. Subito dopo il lungo abbraccio tra mogli, figli ed altri parenti con i rispettivi marinai. Il battimano liberatorio é proseguito anche dopo il primo contatto ravvicinato. Gli abbracci si sono ripetuti, con evidente commozione, sia da parte dei marinai che dei loro cari.

Riserbo su quando i marinai dell’equipaggio del Buccaneer saranno sentiti in Procura prima di far rientro nelle rispettive residenze, anche se l’appuntamento dovrebbeessere sabato mattina.

Tra i marittimi, oltre a cinque rumeni e un crato, ci sono dieci nostri connazionali: Mario Iarlori, comandante, iscritto alla Capitaneria di porto di Ortona (Chieti); Mario Albano, primo ufficiale di coperta, Capitaneria di Porto di Gaeta (Latina); Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, Capitaneria di Porto di Ortona (Chieti); Ignazio Angione, direttore di macchina, Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari); i tre marinai Vincenzo Montella, Giovanni Vollaro e Bernardo Borrelli della Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); Pasquale Mulone, marinaio, Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo (Trapani); Filippo Speziali, marinaio, Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); Filomeno Troino, cuoco, Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari).

La loro nave fu sequestrata lo scorso 11 aprile, nel golfo di Aden, dai pirati somali. Poi, il 10 agosto, la liberazione, per la quale, ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non è stato pagato alcun riscatto. “La pressione sui pirati è stata alla fine sufficiente a farli ritirare”, ha il titolare della Farnesina. “Noi – ha spiegato Frattini- abbiamo richiamato alla Somalia in questi ultimi tre mesi il grande aiuto che l’Italia ha dato e soprattutto quello che ci impegnamo a dare. Evidentemente questo ha incoraggiato a fare un gesto particolarmente importante, quello cioè da parte del primo ministro di impegnarsi personalmente per la liberazione”.

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