Nogaro contro trasferimento di “Terra Motus” da Caserta a Napoli

di Redazione

Raffaele NogaroCASERTA. Il vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, commenta l’ipotesi di trasferire la mostra “Terrae Motus” di Lucio Amelio dalla Reggia di Caserta al Museo Madre di Napoli.

Le cronache di queste ore estive riportano la notizia – che reputo preoccupante – dell’esposizione di parte della collezione “Terrae Motus” di Lucio Amelio al Madre di Napoli, motivandola col fatto che molte delle sue opere non sono esposte al pubblico che visita oggi la Reggia di Caserta ma lasciate negli scantinati della stessa.

Di contro va denunciata, invece, solo la colpevole incuria che permetterebbe tutto ciò. Mi sento, allora, in dovere di intervenire in merito a questa vicenda infinita, perché persona cui il grande artista napoletano, in più di una visita, volle affidare il compito di ‘tutore’ della sua volontà quale autorità morale, spirituale e culturale della città cui donava la sua collezione pregandomi, sue parole ‘di difendere la presenza di un Tesoro di artisti di tutto il mondo, il mio grande amore’.

In tale veste, già recentemente sono stato costretto personalmente ad intervenire quando il Madre con il suo Direttore Eduardo Cicelyn lanciò la provocazione ( non troppo tale) di trasferire li’ tutta la collezione Terrae Motus, cosa tra l’altro impossibile per volontà testamentaria del gallerista. Ora forse si ritenta la stessa cosa, per altre vie, con diversa strategia e prospettive subdole, parlando di trasferire poche opera alla volta. Mi domando: chi controllerà? Di chi fidarsi?

Auspico che le istituzioni ed i responsabili amministrativi casertani e la Città tutta sappiano reagire e salvaguardare un patrimonio artistico incomparabile acquisito anche grazie all’azione solerte dell’allora Soprintendente Gianmarco Jacobitti. Portare le opere di “Terrae Motus” al Madre di Napoli è di fatto una mortificazione per la nostra Città Capoluogo, quasi un voler anche privare la Reggia di visitatori e di prestigio, in nome di un obiettivo in toto napolicentrico. Fare questo è il contrario di qualsiasi disegno volto al rilancio della mostra Amelio, rilancio che passa attraverso l’esposizione nella sede voluta, di tutte le sue opere in un rinnovato e più adeguato contesto espositivo e museale, che la mostra e Caserta meritano, convincendosiche più che il vincolo notarile va perseguito il vincolo culturale e di riconoscenza che la città e la sua civitas devono sapere e voler intrecciare con la sua donazione”.

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