Mare inquinato, sindaco di Giugliano chiede stato di disastro ambientale

di Redazione

Giovanni PianeseGIUGLIANO (Napoli). ”Le spiagge e il mare del Comune di Giugliano sono invase da migliaia di metri cubi di liquami putridi, infetti e tossici, versati direttamente in mare, …

… le cui acque sono diventate di colore marrone e la cui superficieè ricoperta da una patina giallastra e da materiale schiumoso, con concentrazioni elevatissime di colibatteri, che, secondo i dati dell’Arpac risalenti allo scorso 2 luglio, ammonterebbero a 200mila ogni 100 millilitri, quando il limite di tolleranza è di 2mila”. Lo afferma Giovanni Pianese, sindaco di Giugliano, in una lettera nella quale chiede il riconoscimento del territorio comunale di Giugliano quale area colpita da eccezionale avversità e disastro ambientale ad Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania, e a Walter Ganapini, assessore regionale dell’Ambiente.

”A determinare tale situazione sarebbe, oltre la presenza di scarichi fognari abusivi, la mancata ultimazione di alcuni depuratori, il non corretto utilizzo di quelli esistenti e lo stop delle attività di depurazione dell’impianto di Cuma. Questa situazione – scrive il sindaco di Giugliano – costituisce un pericolo per la salute dei cittadini e pone seri interrogativi sulla qualità e sulla commestibilità del pescato campano, oltre a ledere gravemente l’immagine del nostro Paese all’estero, con drammatiche conseguenze sul turismo, e, quindi, economiche ed occupazionali” poiché, specifica il sindaco, ”tecnicamente rientrano nel concetto di calamità tutti gli eventi che possono arrecare danni tanto agli uomini quanto all’ambiente, ricorrendo solitamente nelle zone caratterizzate da clima tropicale, da fattori di rischio sismico e vulcanico e dalla carenza di infrastrutture protettive per l’ambiente e gli insediamenti umani”.

”Il turismo rappresenta una fonte inestimabile di lavoro e ricchezza per il Comune di Giugliano, oltre ad avere una valenza di natura sociale in quanto nei caldi mesi estivi costituisce l’unica possibilità di ristoro per tutte quelle famiglie che, in precarie condizioni economiche, non potendo spostarsi per mete lontane, si riversano, da tutti i Comuni limitrofi al giuglianese, sui lidi presenti sul nostro litorale”, continua nella lettera.

Ma nella lettera del sindaco di Giugliano viene rilevata anche ”la drammatica flessione nel numero delle presenze presso le strutture balneari della costa giuglianese, prossima al 100% in alcuni casi, dovuta al disastro ambientale sfociato in giugno a seguito della chiusura momentanea del depuratore di Cuma, che ha visto riversare direttamente in mare i liquami, causando una drastica riduzione della redditività che sta avendo ripercussioni economiche gravissime non riuscendo, in tali condizioni, neppure a coprire i costi di gestione giornalieri con centinaia di posti di lavoro persi e la completa paralisi di tutto l’indotto terziario collegato, senza contare i casi in cui si e’ prossimi al fallimento. L’intero settore balneare risulta al collasso economico”.

Il sindaco nelle sue richieste, si rifà alla legge dell’8 dicembre 1970 (n. 996 e smi) che definisce “calamita” o catastrofe l’insorgere di situazioni che comportino grave danno o pericolo di danno alla incolumità delle persone e ai beni e che per la loro natura o estensione debbano essere fronteggiate con interventi tecnici straordinari. Si riferisce anche alla legge 24 febbraio 1992 n. 225 – (Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile). Si riferisce, poi, al Dec/Dpn 749 del 24 Aprile 2008 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ai sensi del quale il Reparto Ambientale Marino “fornisce il supporto, anche sul posto mediante personale specializzato, alle Autorità marittime periferiche nella gestione di dichiarate emergenze locali che comportino l’eventuale bonifica di una nave sinistrata o altre situazioni di criticità che possano richiedere un supporto decisionale complesso”.

”Ritenendo opportuno, per la gravità e la dimensione del disastro causato, chiedere alla Regione Campania la dichiarazione dello ‘stato di calamità e/o emergenza’ per il territorio del Comune di Giugliano per gli eventi verificatisi nella giornata del 16 e 17 giugno 2009, noti come il ‘disastro ambientale di Cuma’ con l’adozione di urgenti e straordinari provvedimenti e sostegni finanziari per la riparazione dei danni – continua Pianese – l’amministrazione chiede alla Regione Campania il riconoscimento del territorio comunale di Giugliano quale area colpita da eccezionale avversità e disastro ambientale, l’adozione dei provvedimenti intesi a promuovere la dichiarazione dello stato di calamità e/o di emergenza da parte dei competenti organi dello Stato, l’attivazione di ogni strumento, tra cui il Reparto Ambientale Marino, idoneo a realizzare un primo intervento di bonifica e, successivamente, la realizzazione di infrastrutture protettive per l’ambiente”, ha concluso il sindaco. (Adnkonos)

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