Malasanità, incidente a Sessa: l’odissea di una donna aversana

di Raffaele De Biase

Giampaolo Dello VicarioAVERSA. Malasanità a Sessa Aurunca; a farne le spese la sorella dell’assessore alla pubblica istruzione Giampaolo Dello Vicario.

La spiacevole full immersion di Patrizia Dello Vicario tra disservizi e paradossali contraddizioni ha avuto inizio precisamente sabato 22 agosto, quando l’escursione con la bicicletta in quel di Cellole della signora e del suo consorte è stata bruscamente interrotta dal sopraggiungere di due cani randagi che hanno praticamente investito sia la bicicletta dell’insegnante che quella del marito. Nel cadere Patrizia sbatteva la testa precipitando in uno stato di semicoscienza che richiedeva l’intervento dei sanitari.

Inizia a questo punto il grottesco viaggio della signora Dello Vicario nell’oscuro pianeta della sanità locale i cui contorni vengono denunciati con indignazione proprio dal fratello Giampaolo: “Una volta giunta l’ambulanza sul luogo dell’incidente – dichiara l’assessore – i soccorsi a mia sorella sono stati tutt’altro che pronti, ma la cosa paradossale si sarebbe verificata dopo, quando cioè l’ambulanza con a bordo mia sorella si sarebbe dovuta fermare per un guasto meccanico causa, evidentemente, la cattiva manutenzione del mezzo. Mia sorella, come qualsiasi altro infortunato che in quel momento avrebbe potuto trovarsi al suo posto, è rimasta quindi boccata nell’ambulanza in panne in una stradina isolata, sotto l’insopportabile afa di quei giorni e in attesa che un’altra ambulanza, in ritorno da Castel Volturno, ci raggiungesse sul posto. Immaginiamo, per un attimo, episodi di questo tipo cosa avrebbero potuto provocare se mia sorella fosse stata vittima di un infortunio più grave rispetto al trauma cranico che le hanno poi riscontrato. I mezzi per il trasporto dei malati dovrebbero essere sottoposti ad una rigorosa e frequente revisione tale da evitare questi problemi. Comunque – prosegue Giampaolo Dello Vicario – in tutto ciò l’ambulanza proveniente da Castel Volturno è arrivata dopo un’ora, conducendo mia sorella e il marito all’ospedale di Sessa Aurunca dove abbiamo constatato che c’erano ben due ambulanze ferme. Come a dire quando al danno si aggiunge la beffa. Per non parlare delle carenze che l’ospedale di Sessa denuncia sul piano strutturale e del personale. Ora, fortunatamente, la radiografia fatta in ospedale e letta da uno specialista esterno aveva escluso complicanze tali da impedire il trasporto di mia sorella al Cardarelli dove poi siamo andati per sottoporla alle cure del caso. Ma, mi chiedo, se le condizioni di mia sorella come, ribadisco, di chiunque altro, fossero state più gravi che cosa sarebbe potuto succedere?”.

Infine, la domanda dell’assessore aversano: “Quand’è che la politica sanitaria porrà in cima alle sue priorità i diritti del malato?”. Già, aggiungiamo noi: quando?

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