Code alle Poste, anziana sviene per un malore

di Antonio Arduino

L'ufficio postale di Piazza BerniniAVERSA. Ottantuno anni, in coda da un’ora e mezza all’ufficio postale di viale Europa, è colta da lieve malore e fa ricorso alla cure mediche.

E’ accaduto a Francesca R., abitante nel rione popolare “167” che tre giorni fa si è recata all’ufficio postale vicino casa per effettuare una operazione in cui c’era necessità della sua personale presenza. Considerando che era il 10 di agosto, il giorno più caldo dell’anno, uscita di casa di buon mattino l’anziana donna sperava di risolvere l’incombenza in pochi minuti ma avendo preso il numero di attesa 148, considerando che allo sportello era stato appena chiamato il 42, la speranza le era immediatamente svanita. Poi è arrivato il malore. Un calo di pressione causato dal caldo e addio all’operazione postale che, almeno per qualche giorno, resterà incompiuta.

Ma quando Francesca potrà effettuarla senza mettere nuovamente a rischio la salute? “Probabilmente mai”, commenta la figlia Lucia che ha segnalato la disavventura materna. “Perché – aggiunge – ad Aversa i tempi di attesa agli sportelli degli uffici postali sono lunghissimi. Al punto che le code cominciano fin dalle primissime ore del mattino, davanti agli uffici ancora chiusi e vuoti di personale. Basta raggiungere i tre uffici postali della città per toccare con mano”.

L'ufficio postale di viale KennedyNoi lo abbiamo fatto nella mattinata di ieri, tra le 7.15 e le 7.30, orario in cui non c’è traffico veicolare e si può andare velocemente da un capo all’altro della città, cosicché in pochi minuti abbiamo raggiunto tutti e tre gli uffici postali per controllare se ci fossero file. Le file c’erano ed erano lunghe. E in pochissimo tempo si sono ingrossate sempre di più tanto che tornando sul posto dopo un paio di ore, quando gli sportelli erano ormai entrati in funzione, è stato impossibile persino entrare negli uffici postali che, per ragioni di sicurezza, non possono contenere più di 25 persone tra operatori ed utenti.

Possibile che ad Aversa il servizio postale debba funzionare così? Possibile che i politici di Aversa siano capaci soltanto di fare chiacchiere senza muovere un dito per garantire un servizio che è vitale, ad esempio, per centinaia di anziani costretti a farvi riferimento per ritirare la pensione. A che cosa serve interrogare il ministro se poi la risposta non arriva in tempo reale e soprattutto se non risolve il problema che ha una città di circa sessanta mila abitanti censiti che, però, offre servizi, come quello postale, a un bacino di utenza che supera le 100 mila unità dal momento che ad Aversa fanno riferimento molti dei comuni limitrofi?

Evidentemente questa realtà non è chiara ai politici aversani che, sì, annunciano interventi per favorire le fasce sociali più deboli, mandando magari in piscina o in discoteca i figli dei cittadini a reddito basso, ma dimenticano di dotare Aversa di servizi essenziali efficaci ed efficienti limitandosi a fare promesse utili solo ad apparire sui media. Tanto alla fine chi deve andare all’ufficio postale ci va comunque e, lo voglia o no, aspetta quello che c’è da aspettare.

Nelle foto: in alto l’ufficio di Piazza Bernini, a destra quello di viale Kennedy

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