Sito compostaggio, l’analisi dell’ingegner Enzo Fumo

di Redazione

 TEVEROLA. Sulla questione della realizzazione del sito di compostaggio sul territorio di Teverola, abbiamo chiesto un parere all’ingegner Enzo Fumo, esperto di assoluta attendibilità, da cui Pupia ha avuto un prezioso contributo nella vicenda Eurocompost ad Orta di Atella.

In esclusiva pubblichiamo un’analisi dell’ingegner Fumo che non ritiene affatto pericoloso l’impianto, anzi utile per il territorio, sottolineando che, in ogni caso, nonostante le autorizzazioni regionali, dovrà essere il Consiglio comunale di Teverola a dover dare il via libera alla sua realizzazione.

Da qualche settimana si leggono delle strane prese di posizione sulla ipotesi che a Teverola possa costruirsi un impianto di compostaggio e, come spesso accade, ho la sensazione che la mancanza di notizie ed informazioni concrete stia portando la questione al di là del valore reale delle cose. Pertanto, come già ho fatto a partire dal 2008, in merito alla “questione puzza” dell’Eurocompost di Orta di Atella, cercherò di dare a tutti un’idea quanto più realistica possibile della situazione.

La Regione Campania con deliberazione n.153 del 18 gennaio 2008 (Burc n.7 del 18/02/2008) ha approvato il progetto “recuperiamo energia” che prevede l’attuazione di una serie di interventi miranti alla riduzione del “peso” dei rifiuti umidi provenienti da attività imprenditoriali ed altro, al fine di non farli gravare nella organizzazione dei rifiuti umidi da raccolta “urbana”. Ovvero, si sono individuati una serie di meccanismi e di attività che, sfruttando opportunamente i rifiuti umidi, permettono di smaltirli ricavandone biogas (da sfruttare nella produzione di energia elettrica) e compost o concimi per la produzione agricola. Successivamente all’entrata in vigore della deliberazione citata, la Regione ha stanziato dei fondi da erogare a chi (enti, imprenditori, industrie, etc…) avrebbe presentato dei progetti par applicare quanto descritto nella deliberazione; il termine ultimo per la presentazione di queste “proposte” era stato fissato al 31/10/2008. Nel frattempo, l’ufficio tecnico del Comune di Teverola aveva autonomamente iniziato a valutare se l’area che normalmente e da anni viene usata per stoccare temporaneamente i rifiuti di Teverola avrebbe potuto ospitare un impianto di deposito, compostaggio e trasformazione in energia elettrica degli umidi che normalmente vengono raccolti nella città. Pertanto, è stato sviluppato un progetto per un impianto che sarebbe stato possibile collocare sull’area di circa 5mila metri quadri che si individua a nord di Teverola, e precisamente al confine con i Regi Lagni, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere.

La foto allegata individua più o meno la zona

Quindi, si tratterebbe di una razionalizzazione dell’uso di questo terreno che, oltre ad essere recuperato a produttività, permetterebbe di insediare un intero impianto di compostaggio (processo anaerobico) dell’umido con successiva combustione del biogas prodotto, tale combustione permetterebbe di produrre energia elettrica: il ricavato dalla vendita di tale energia e del compost ottenuto dal compostaggio permetterebbe di abbattere le spese per la raccolta e lo smaltimento degli umidi.

L’impianto, sviluppato per una utenza di 15.000 – 16.000 utenti (popolazione di Teverola) rappresenterebbe una piccola rivoluzione nel campo del trattamento dei rifiuti da parte dei comuni: non più conferimento degli umidi in mega discariche, o mega impianti di trattamento e termovalorizzazione dei rifiuti tal quale o pseudo-tritovagliati. Non a caso, dall’ultima emergenza rifiuti è scaturita proprio la necessità che ciascuna Provincia provveda ad organizzare sul proprio territorio tutti gli impianti che possano permettere di trattare i rifiuti nell’ambito del territorio provinciale.

Tornando al progetto, quando l’ufficio tecnico si è reso conto che effettivamente sarebbe stato possibile collocare sul terreno individuato un piccolo impianto di compostaggio con le caratteristiche previste dal “concorso regionale”, poche ore prima della scadenza del 31/10/2008 si è provveduto a protocollare la pratica riuscendo a depositare, proprio allo scadere dei termini, la documentazione di rito al fine di partecipare alla selezione ed eventualmente al possibile finanziamento. A quanto pare, la Regione non si è ancora espressa sui progetti presentati ed un eventuale finanziamento non significherebbe la costruzione dell’impianto sulla cui realizzazione dovrebbe sempre esprimersi il Consiglio Comunale di Teverola e/o gli organi preposti.

A questo punto c’è da chiedersi: è meglio che i rifiuti umidi stiano a marcire nelle discariche o è più opportuno sia ai fini ambientali sia ai fini economici trattarli per recuperare tutto ciò che è possibile? Si sa che dalla raccolta differenziata dei rifiuti è possibile, dopo opportuni trattamenti, ricavare delle materie prime secondarie (carta, vetro, plastica, alluminio), perché non si può accettare che dall’umido si possa ricavare energia elettrica ecocompatibile? Infatti, il biogas ha una composizione molto vicina a quella del Gas Naturale (impropriamente chiamato “Metano”) e si può bruciare senza arrecare sull’ambiente più danni di quelli provocati dai gas e dai vapori che si sprigionano dai rifiuti umidi in decomposizione (gas serra, puzze, liquidi percolanti che si infiltrano nel sottosuolo).

Cercherò ora di dare qualche indicazione sulle distanze che separerebbero l’impianto dal centro di Teverola. Come mostrano le fotografie esso disterebbe dal centro di circa 4,2 Km, mentre la distanza che lo separa dall’impianto di depurazione di Marcianise (per la parte che si affaccia sui Regi Lagni) è di 4,8 Km.

Il centro dista circa 6,8 km dall’impianto di produzione dell’Eurocompost e circa 6 Km dall’ex impianto Cdr (oggi la spazzatura viene semplicemente trito vagliata) e forse non tutti sanno che in ogni impianto di questo tipo già sono previste delle strutture per il compostaggio.

Ecco perchè ci sarebbe da chiedersi: un eventuale impiantino di compostaggio, come quello che si pensa possa essere realizzato al nord di Teverola, comporterebbe più problemi di quelli derivanti dagli impianti accennati e dalle due centrali turbogas presenti sul territorio di Teverola?

E’ meglio avere sul proprio territorio un impianto sotto il diretto controllo locale o dover accettare delle realtà al margine territoriale non controllabili direttamente?

Concludo ricordando, una volta per tutte, che Teverola è l’unica città in Campania ad avere attivato un discorso di sviluppo ecosostenibile ed ha sul proprio territorio due Centraline di Monitoraggio che, per la tipologia di apparecchiature e la continuità della registrazione dei parametri di qualità dell’aria, non trova eguali neanche nelle più propagandate stazioni di monitoraggio predisposte dall’Arpac e dal governo centrale (ad esempio quelle montate per controllare le ricadute ambientali delle emissioni del termovalorizzatore di Acerra).

E’ chiaro, comunque, che, qualora la Regione approvasse il progetto, l’eventuale realizzazione dell’impianto di recupero energia mediante compostaggio potrebbe avvenire solo dopo l’ottenimento di una serie di autorizzazioni (Comunali, Provinciale Regionali) ed (in questo caso) con il consenso della cittadinanza. Con l’Eurocompost di Orta di Atella tutto questo non si era mai verificato. (Ing. Enzo Fumo)

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