“Manca solo la domenica” diverte e incanta il pubblico del Convitto “Nifo”

di Redazione

 SESSA AURUNCA. Un imponente cuore d’argento con un ricordo di rosso, il “Cuore di Gesù” che Borina invoca chiedendogli di rimanere presto vedova.

È il primo segno evidente della classe, dell’eleganza e del buon gusto di Licia Maglietta, regista e interprete di “Manca solo la domenica”, in scena lunedì scorso a Sessa Aurunca, nell’ambito della XXVII edizione de “I luoghi della memoria”. Un eccellente esempio di teatro contemporaneo, dove ogni oggetto è simbolico, dove una regia equilibrata, né forte né debole, valorizza la comicità di un testo ricco (tratto da “Pazza è la luna” di Silvana Grasso), che invoglia ad approfondimenti linguistici, permette al pubblico di assaporare fino in fondo gli elementi di una sicilianità antica e radicata, senza mai renderla distante o incomprensibile, e consente infine alla bravissima attrice molteplici e continui cambi di ritmo. Borina è un personaggio caratterizzato e calibrato con sapienza maniacale. Per il pubblico del giardino del convitto nazionale è stato impossibile non simpatizzare per questa donna, che, sposatasi contro voglia per compiacere la famiglia con l’uomo più brutto del paese e oltretutto fedifrago in terra australiana, tenta di godersi il suo lutto mancato andando a caccia di un plausibile marito morto fra le tombe dei cimiteri della transetnea per poterlo compiangere; un marito scelto con cura, da visitare ogni giorno della settimana, dal lunedì al sabato, sfoggiando un guardaroba di abiti da lutto di grande classe, che le fa assumere una (geniale) aria da “donna di continente”.

Licia Maglietta, in una veste lunga e nera, rapisce e incanta. Sul palco è stata magnetica, la sua sola presenza sarebbe stata sufficiente a inchiodare il pubblico, dall’inizio alla fine. Ma a tale fortuna si è aggiunto il perfetto equilibrio tra testo e musica, emozionante e mai invadente, compiuto dalla fisarmonica di Vladimir Denissenkov, grande maestro del bayan, noto al mondo dell’arte per le sue collaborazioni con Moni Ovadia. Bella e proterva, intrigante e ironica, Licia Maglietta aggiunge con questo “Manca solo la domenica”, redice da una fortunata tournée in Francia, un nuovo ritratto alla sua personale galleria di personaggi femminili, segnati da un dolore nascosto, da una diversità; esempi (anche quando come in questo caso l’ironia confina talvolta con una comicità leggera), di una difficoltà a vivere nel mondo.

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