MONDRAGONE. Partecipazione oltre ogni aspettativa martedì scorso allinaugurazione del presidio di Libera a Mondragone.
Oltre 700 persone hanno affollato la chiesa di San Nicola per loccasione e per la presentazione del libro di Raffaele Cantone, il giudice che ha liberato la città dal clan camorristico dei La Torre. Oltre al dottor Cantone, al colonnello Carmelo Burgio, comandante provinciale dei Carabinieri, a Valerio Taglione, coordinatore di Libera Caserta, a Don Lorenzo Langella, responsabile del presidio locale, al dottor Ugo Di Girolamo, che ha posto le domande al magistrato, presenze significative sono state quelle delle vittime della camorra locale come i familiari di Michele Landi, i familiari di Federico del Prete, a cui è stato intitolata la sede di Libera, della coraggiosa testimone di giustizia Carmelina, della giornalista Rosaria Capacchione, di magistrati e comandanti delle forze dellordine, di rappresentanti Istituzionali del Comune di Mondragone, di Falciano e tanti altri.
Un evento intenso e di alto valore etico. Una occasione in cui la cittadinanza mondragonese ha dimostrato la sensibilità verso il tema e la volontà di riprendersi la dignità esprimendo, con la presenza e la partecipazione emotiva, la determinazione a combattere un fenomeno criminale il cui unico fine è loppressione dei singoli, la distruzione delleconomia locale, la cultura della morte, la vigliaccheria della sopraffazione. Negli interventi i relatori hanno ribadito la poderosa azione repressiva ed il prezioso lavoro della Magistratura. Hanno però sottolineato come, tali azioni, restano insufficienti senza un coinvolgimento culturale e partecipativo della società civile ed una gestione delle Istituzioni rigorosa, trasparente e scevra da indulgenze.
Linaugurazione di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, a Mondragone è quindi una realtà nonostante la disattenzione per levento da parte dei mass media, più attratti da omicidi, scandali e polemiche politiche. È la volontà di iniziare un percorso di aggregazione di comunità, imprenditori, gruppi associativi e singoli cittadini per sconfiggere la cultura di morte della camorra, lomertà, la paura di chi agisce in solitudine e costruire occasioni di confronto, di vita, di sviluppo economico, di lavoro, di liberazione della nostra terra.