Sicurezza, ultimo si del Senato. Nasce reato di clandestinità

di Redazione

Aula del SenatoROMA.Il Senato ha concesso la fiducia al terzo maxi-emendamento del governo al disegno di legge sulla sicurezza.

I si (Pdl-Lega-Mpa) sono stati 161, i no (Pd-Idv-Udc) 124, gli astenuti 2. Alla votazione non hanno partecipato i senatori a vita. Sul complesso del testo (diviso nei tre grandi capitoli: sicurezza urbana, immigrazione e misure contro la criminalità organizzata) il voto finale avverrà intorno alle 13.

Tra i punti principali del provvedimento vi è l’introduzione del reato di clandestinità, con una pena che va dai 5mila ai 10mila euro. Chi entra o soggiorna in maniera illega­le in Italia è sottoposto a processo davanti al giudice di pace con espulsione per direttissima.

I centri di permanenza temporanea (Cpt) diventano Centri di identificazione ed espulsione. La permanenza massima passa da 2 a 6 mesi, questo concederà più tempo per le procedure di espulsione che spesso non si concretizzano.

I pubblici ufficiali hanno l’obbligo di denunciare i clandestini che si presentano agli sportelli pubblici, così come si voleva attuare, inizialmente, per medici e dirigenti scolastici, anche se, in quanto anch’essi pubblici funzionari, la norma potrebbe essere allargata anche a tali categorie.

Introdotto il pagamento per il permesso di soggiorno, da 80 a 200 euro.

Pene severe, poi, per chi favorisce l’ingresso dei clandestini nel Paese (fino a 15 anni di carcere) e per chi fitta loro appartamenti (fino a 3 anni di carcere).

Per quanto riguardale ronde, si riconoscono le associazioni di “volontari per la sicurezza” ma i loro componenti dovranno essere disarmati, al massimo dotati di spray al peperoncino, e senza divise o simboli di partiti politici.

Novità anche per i reati di mafia. Il rinnovo del regime del carcere duro sale da due a quattro anni. I colloqui con i familiari dovranno essere registrati e saranno ammessi massimo tre incontri settimanali con gli avvocati.

Escluse dagli appalti pubblici le imprese che non denunciano il racket. Inoltre, nei casi di scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose si provvederà anche allo scioglimento degli organi amministrativi e tecnici, in modo da allontanare i dipendenti collusi con la criminalità organizzata.

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