Roma, scontri dopo sentenza Sandri: due arresti

di Redazione

 ROMA. Urla e rabbia tra i presenti dopo la lettura del dispositivo della sentenza di primo grado che condanna a 6 anni l’agente Luigi Spaccarotella per la morte di Gabriele Sandri.

I tanti tifosi che hanno seguito il processo sono insorti: urla, insulti, calci sulle porte dell’aula: “Buffoni”.

Due ultrà della Lazio sono stati arrestati dai carabinieri di Roma per aver lanciato sassi e bottiglie contro un mezzo della polizia e all’indirizzo di una caserma dei carabinieri nei pressi di Ponte Milvio.

A casa dei due tifosi, di 28 e 23 anni, sono state trovate bandiere delle Ss e di Mussolini, ma anche caschi, passamontagna e mazze.

Ricordiamo che, subito dopo la lettura del dispositivo, il padre di Gabriele ha esclamato: “Mi vergogno di essere italiano. Per fortuna adesso c’è la giustizia divina”. Annunciato il ricorso in appello.

Intanto, la protesta si leva sul web. Sul portale gabrielesandri.it decine di post non firmati in cui si legge:”Viva l’Italia: sei un altra vittima della giustizia italiana, come Carlo Giuliani”; “Spaccarotella: sei un uomo di merda…piangi di gioia…in questo paese bisogna farsi giustizia da soli…”; “Mettiamoci una divisa anche noi e iniziamo a sparare contro Spaccarotella…”; “Vergogna: dicano chiaramente che se uno porta una divisa da poliziotto può permettersi di sparare senza motivo e ammazzare una persona”; “Maledetto infame, spero che soffrirai come stai facendo soffrire la famiglia Sandri”. Altri condividono la proposta del padre di Gabriele di organizzare un corteo di protesta: “Tutti in piazza uniti, compatti ancora una volta sotto le sedi del potere per chiedere giustizia in maniera civile così da non prestare il fianco a strumentalizzazioni dei mass-media. Organizziamoci, tutto questo è uno schifo. Ci poteva essere chiunque in quella macchina quel maledetto pomeriggio, questo è l’unico modo per farci sentire”.

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