Legge Sicurezza, Napolitano firma ma esprime “preoccupazione”

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato la legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso.

Ma, allo stesso tempo, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e ai ministri dell’Interno e della Giustizia, Maroni e Alfano, in cui esprime “perplessità” e “preoccupazioni” circa l’insieme del provvedimento.

Secondo il capo dello Stato, il testo che concerne le Disposizioni in materia di pubblica sicurezza si è ampliato “in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare” e “risulta, ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità”. “In particolare – scrive Napolitano – si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente”.

Critico nei confronti dell’iniziativa del presidente della Repubblica èil leader Idv Antonio Di Pietro secondo cui Napolitano avrebbe dovuto rinviare la legge sulla sicurezza alle Camere, anziché esprimere “lamenti che sono solo grida al vento”.

Il Pd fa sapere di condividere le preoccupazioni espresse dal capo dello Stato su molte delle norme del ddl sicurezza e chiede che il provvedimento venga corretto proprio alla luce dei rilievi del Colle. “Questa iniziativa forte del presidente della Repubblica – commentano Marco Minniti e Lanfranco Tenaglia – non può e non deve essere ignorata dal presidente del Consiglio e del governo. La via maestra è che il governo assuma l’iniziativa di tornare in Parlamento per affrontare e risolvere la questione aperta dal presidente della Repubblica. Per quanto ci riguarda, se il governo seguirà questa strada, non mancherà – assicurano i due esponenti Pd – la nostra attenzione e la nostra cooperazione. Nel caso contrario saremo noi a presentare appositi disegni di legge in Parlamento”.

Il leader Udc Pier Ferdinando Casini attacca il governo: “La smetta di fare decreti e di porre la fiducia e lasci al Parlamento la possibilità di lavorare per evitare altre ‘figuracce’ come quella di oggi sul pacchetto sicurezza promulgato dal presidente della Repubblica con una serie di rilievi”.

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