Canone acqua, Schiavone: “Quanto ci costerà”

di Redazione

Vincenzo SchiavoneCASAL DI PRINCIPE. Il consigliere di Alba Nuova, Vincenzo Schiavone, interviene sull’approvazione, avvenuta durante l’ultima seduta consiliare, del regolamento per la distribuzione dell’acqua potabile e del capitolato speciale d’appalto.

Alla fine la votazione del punto 5 si è conclusa con il seguente risultato diciannove (19) voti favorevoli e uno (1) contrario, l’unico che ha votato contro in Consiglio sono stato io; al successivo punto 6 la votazione si è conclusa con quattordici (14) voti a favore e sei (6) contrari, anche in questo caso ho votato contro.
La discussione ha avuto inizio dopo che l’Arch. Capasso ha esposto a tutto il Consiglio la modifica che andava apportata al regolamento, visto che esso era stato adottato diversi anni a dietro e quindi già in vigore. In realtà si doveva solo discutere e successivamente approvare un emendamento che prevedeva l’inserimento all’art. 22 della quantità minima di 60 mc, che così recita: “La quantità dell’acqua somministrata sarà verificata mediante letture da effettuarsi con periodicità annuale, anche mediante autolettura. Nel caso che il consumo dell’anno non raggiunga la quantità minima sottoscritta l’utente sarà tenuto a pagare per intero detto minimo garantito, che viene stipulato in mc 60. Di contro se il consumo dell’acqua nel periodo di lettura supera tale minimo, la fatturazione avviene sulla base del consumo accertato”.
Cari Cittadini, come si capisce bene l’introduzione di questa quantità minima di 60 mc sicuramente corrisponde ad un’altra tassa, che sarà pagata da tutti noi per un corrispondente di € 50/60 all’anno e, fate bene attenzione, tutto questo avverrà anche se non usufruiremo nemmeno di 1 mc di acqua, cosi come sancito dal precedente articolo.
A questo punto mi faccio una domanda: perché all’improvviso, solo oggi, a distanza di qualche anno dalla prima approvazione del Regolamento si corre per apportare questa modifica? Molto probabilmente, stando anche alle affermazioni del Sindaco stesso che sostiene di essere stato già contattato dalla Prefettura sul problema dei canoni idrici, c’è un’urgenza legata forse alla sopravvivenza dell’Amministrazione stessa, come dire “stanno con l’acqua alla gola”. Allora per risolvere definitivamente il problema non si tiene conto della introduzione di una nuova tassa per i cittadini, ma si cerca di imporre questa gabella solo per poter garantire una cospicua somma ad una qualsiasi società esterna al Comune che parteciperà alla gara per l’assegnazione del servizio di distribuzione dell’acqua potabile.
Si tenga anche presente che l’art. 50 stabilisce: “Gli impegni di fornitura si intendono riferiti al punto di entrata della derivazione in proprietà privata. Pertanto non saranno dovute indennità o rimborsi nel caso che, per deficienza di pressione, l’acqua non salga ai piani superiori. Il servizio ha la facoltà di inserire nella derivazione un limitatore di portata commisurata alle massime prestazione del contatore o, in particolari circostanze, commisurato col regime di portata della condotta”. Ciò significa che chi abita al primo piano o ai piani superiori potrà non essergli garantita la pressione sufficiente per avere l’acqua e si sarà costretti a installare un serbatoio, una pompa di sollevamento e pagare l’idraulico con maggior aggravio di spese a carico del cittadino. Quanto ci costerà?
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