Magliocca: “Il depuratore di Cuma sversa in mare”

di Redazione

Giorgio MaglioccaCASERTA. “La provincia di Caserta si deve costituire parte civile per i danni ambienti ed economici provocati alla costa casertana dal depuratore di Cuma”.

Questo è l’appello dell’ex capogruppo di An alla provincia di Caserta, nonché sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca. “Il depuratore di Cuma sversa in mare liquami non trattati, andando ad inquinare la costa che va da Cuma fino ad arrivare a quella del basso Lazio, passando inevitabilmente per il litorale Domizio – evidenzia Magliocca – i liquami ed i rifiuti di ogni genere hanno invaso le acque della costiera mandando in tilt la stagione turistica con le numerose ordinanze di non balneazione. Questa situazione si protrae da anni a causa del mal funzionamento del depuratore in questione ed aggravata notevolmente negli ultimi tempi dall’agitazione dei dipendenti dello stabilimento. Gli imprenditori turistici stanno avendo danni ingenti e questa situazione non può passare inosservata”.

Il primo cittadino di Pignataro ci va duro e ricorda che è in atto un procedimento penale che deve riguardare anche i danni provocati alla costiera domiziana. Una sentenza del Tribunale di Napoli denuncia che a finire nel depuratore sono state diverse botti di percolato. Infatti, secondo il giudice monocratico Andrea Faiello, che ha condotto l’inchiesta partita nel 2003, il mal funzionamento del depuratore avrebbe compromesso il lavoro dell’impianto di depurazione impedendo l’ossidazione ad opera dei fanghi attivi.

“Chi è responsabile di questo dramma ambientale deve pagare – rimarca la fascia tricolore – non si può lasciare impunita una tragedia che sta provocando il collasso economico del territorio, poiché, sul turismo si sta cercando faticosamente di investire. Per tale motivo è necessario che la provincia di Caserta si costituisca, in tempi brevi, parte civile al sicuro procedimento penale contro i responsabili di questo scandalo ambientale senza precedenti che minaccia, oltre a danni economici, soprattutto la salute pubblica”.

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