Commissioni straordinarie nel casertano, l’analisi dell’avvocato Martino

di Redazione

 CASERTA. I rapporti tra i vari tipi di amministrazioni degli enti locali sono stati oggetto di studio in dottrina e giurisprudenza e di attenzione del potere legislativo e del potere esecutivo dal dopoguerra e dalla Carta Costituzionale ad oggi.

Aiutiamo gli amministratori straordinari ed in particolare le terne Commissariali che come corpi estranei si vedono separati dal sociale e di ciò certamente soffrono. Si registrano alcune lamentele, come da dichiarazioni rese ad alcuni quotidiani e/o Agenzie di stampa, nei confronti delle terne Commissariali insediate in alcune Case Comunali (non nei Comuni) di Terra di Lavoro. Si registrano, altresì, da parte dei quotidiani anche dichiarazioni delle Commissioni straordinarie riportate in corsivo e tra virgolette.

Chi non opera non sbaglia. Alcune terne Commissariali assegnate alle Case Comunali operano molto in quantità e quindi potrebbero andare incontro a qualche errore (naturalmente in perfetta buona fede). Est modus in rebus (in tutto e per tutti si deve operare con cautela e saggezza). I cittadini dei Comuni condotti dalle Commissioni straordinarie sapendo di essere amministrati direttamente dallo Stato Centrale e quindi con le garanzie di legge e dei dovuti e corretti adempimenti, dormono sonni tranquilli. Questi Cittadini in letargo si potrebbero trovare di fronte a “ipse dixit” (così ha detto, così dice, così si fa e basta) ed intanto a firmare sono i funzionari di diritto di proposta e/o responsabili di procedimento senza intervento degli interessati con lesioni del rito.

Si dice che alcune Commissioni straordinarie insediate in alcune Case Comunali siano state costrette dallo stato delle cose (forse anche per prevenzione) a prendere atto di inefficienze e mettere di seguito in crisi e mortificare lo stesso apparato comunale, rappresentanti comunali che firmano a volontà altrui e non sanno, il che è grave, e/o fanno finta di non sapere, il che è ancora più grave che per quanto riguarda gli atti da loro sottoscritti ne rispondono direttamente ma non chi ha formulato ed ha voluto l’ atto, che in alcune realtà e in alcuni casi che potrebbe anche non essere la Commissione Straordinaria ma un loro consulente che non ha rapporti diretti con l’apparato comunale e con la cittadinanza a meno che non siano insediati per convenzione presso determinati uffici che sovraintendono e coordinano con poteri diretti anche verso l’esterno. In particolare su questi punti e queste problematiche vengono richiesti chiarimenti ai legali del settore (ho esperienze dirette).

E’ fuori discussione che gli stessi Commissari, alti funzionari dello Stato democratico, vorrebbero aver aiuti e consigli dalla popolazione e dagli operatori ciascuno per quanto di ragione e competenza e che pertanto i cittadini fossero più svegli anche per poi attingere dalle professionalità locali per specifici incarichi. Quindi le Commissioni Straordinarie devono operare nel sociale e scendere dalla Casa Comunale, dove sono rinchiusi in alcuni giorni della settimana, nel Comune. Ciò potrebbe consentire loro di registrare che la popolazione (già, nel passato, ammorbata ed impaurita – come si ritiene da manuale) anche per la loro attività incomincia ad avere fiducia nelle Istituzioni e da questo positivo rilievo poter relazionare sul punto alla U.T.G., al Ministero dell’Interno ed al Presidente della Repubblica. Altissime cariche dello Stato che, giustamente, si son interessate direttamente e/o indirettamente con i loro atti alle popolazioni Commissariate con le terne.

Sul territorio le forze dell’ordine, per il loro compito di istituto, stanno svolgendo un ottimo e faticoso lavoro che ha dato e da i suoi frutti. Abbiamo affrontato problematiche che interessano le Amministrazioni Straordinarie. Alcune di queste problematiche richiedono l’intervento sollecito dei vari poteri dello Stato e la sorveglianza attiva delle popolazioni insediate sul territorio.

Non si può non chiudere con una riflessione propositiva:

1) La stragrande maggioranza dei cittadini dei nostri centri si qualificano sul territorio nazionale ed europeo come i migliori operai specializzati nel settore agricolo, nelle costruzioni e negli impianti industriali subendo anche “le morti bianche”.

2) I nostri artigiani impegnati in arti e professioni rendono prodotti che vengono esportati in tutto il mondo non ultima la mozzarella di bufala.

3) Altrettanto i professionisti-basti pensare in primis ai nostri docenti che con enormi sacrifici, quali precari, dispensano cultura nel nord, nel nord-est e nel centro Italia. I nostri tecnici diplomati e laureati costretti a spostarsi al nord e/o al nord Europa si affermano in ogni settore ricevendo riconoscimento. Si hanno presenze di primo ordine nelle forze dell’ordine, nella magistratura e nelle amministrazioni dello Stato.

4) La classe medica locale è accreditata ovunque sia per la medicina di base sia per la specialistica non poche sono le strutture ospedaliere del nord e del posto diretta dai nostri conterranei con prestazioni in reparti di eccellenza.

5) Il Foro Samaritano che significa democrazia e libertà è molto apprezzato nel territorio nazionale nel campo civile, penale ed amministrativo dando fattivo contributo alla dottrina nonchè spunto e contributo in molta giurisprudenza di merito e di legittimità con pubblicazione di sentenze che hanno fatto e fanno giurisprudenza.

Tutte queste qualità devono essere impiegate e valorizzate dallo Stato che non deve tenere lontano i grossi imprenditori del nord e europei perché la zona è infestata dichiarando intrinsecamente di non essere in grado di garantire la legalità. Ed intanto non si mettono in cantiere grandi opere anche se incluse in leggi obbiettivo e che trovano nella nostra zona l’ allocazione ottimale.

Si hanno, pertanto, tutti gli elementi soggettivi per potersi riscattare e scuotersi la piovra il che significa sapersi e potersi amministrare senza corpi esterni (quali sono le amministrazioni straordinarie). I poteri locali (gli enti locali) sono tali come definiti dalla Carta Costituzionale perché vicini alla popolazione ed alle loro esigenze.

E’ preferibile subire ingiustizia anche se spicciola dall’ Amministrazione Ordinaria locale ma non dallo Stato anche perché sarebbe traumatico prendere atto che lo Stato procede con affanno. Le terne Commissariali rientrino nelle loro sedi istituzionali, a meno che non sono posti fuori ruolo e/o in quiescenza, con la certezza e la convinzione che la loro attività sia servita per fare avanzare la coscienza dei cittadini amministrati per quel poco che si poteva per il tempo relativamente breve anche se con delle proroghe.

Ai cittadini il compito di non presentarsi assopiti ma partecipi al destino del proprio territorio e con la consapevolezza che le terne Commissariali in tal modo dovranno essere pronte e disponibili all’incontro, nel rispetto dei ruoli, e scendere pertanto dalla Casa Comunale nel Comune. Rendersi partecipe altresì con l’impegno reciproco ad evitare uno stato di dissesto all’andar via della Commissione straordinaria e che la successiva amministrazione ordinaria si trovi addosso la camicia di nesso. Anche se comunque bisogna tener conto che nei primi anni l’amministrazione ordinaria dovrà attenersi alle sovvenzioni e competenze già fissate.

L’istituto delle Amministrazioni Straordinarie per carenze e/o irregolarità nella conduzione da parte degli amministratori locali si rende opportuna, ma è altresì opportuno e d’obbligo che le popolazioni si impegnino ad evitare le cause dirette o indirette che possano determinare l’insediamento di tali amministrazioni straordinarie.

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