Baia Domizia, l’impegno di Gianfranco Fini

di Redazione

Gianfranco FiniBAIA DOMIZIA. Approda sul tavolo del presidente della Camera, Gianfranco Fini, la battaglia che Gaetano Cerrito, presidente dell’Associazione Amici de “L’altra Italia”, sta conducendo ormai da più di venti anni.

Attraverso una lettera e una serie di documenti a suffragio delle proprie rivendicazioni, Cerrito chiede ancora una volta che venga applicata correttamente la Legge 730/86 che doveva ristorare gli imprenditori turistici – economici del litorale domizio dal danno devastante subito in seguito alle trasmigrazioni forzate sul proprio territorio avvenute a partire dagli anni ’80 conseguenza di calamità naturali e non. Il Presidente Fini, in merito ad una possibile riqualificazione e rilancio della riviera domizia, ha comunicato allo stesso Cerrito di aver trasmesso la lettera e i relativi allegati alla Commissione parlamentare competente perché possa prenderne visione ed assumere tutte le iniziative che ritenga opportune.

Presidente Cerrito, due incontri in Prefettura ed ora una lettera da parte del presidente Fini in persona: cosa sta succedendo? In effetti, alcuni giorni fa ho ricevuto da parte del prefetto di Caserta Ezio Monaco copia del verbale stilato in occasione del secondo incontro avvenuto in prefettura lo scorso 25 maggio. In quella occasione, alla presenza del senatore Carlo Sarro, del presidente dell’Ept di Caserta Enzo Iodice, del rappresentante della Provincia e del rappresentante dell’Unione industriali, nonché dei due sindaci di Cellole e Sessa Aurunca, Antonio Lepore e Luciano Di Meo, ho tenuto a ribadire con estrema chiarezza quella che era l’impellenza di un provvedimento finanziario di ristoro adeguato destinato alle due amministrazioni per opere infrastrutturali e agli operatori turistici – economici di Baia Domizia, Baia Azzurra e Baia Felice. Un ristoro dovuto al danno indotto per mancato guadagno, lucro cessante, perdita delle attività e ripresa economica delle aziende di tutti gli operatori, letteralmente distrutte da aggressioni scellerate e selvagge da parte dello Stato.

In pratica un danno di carattere quasi irreversibile. Certamente. Basti pensare che il nostro era un turismo fiorente, affermato e di élite, conosciuto in Italia e nel mondo, che ci consentiva tra l’altro di iniziare a lavorare dal mese di maggio fino alla seconda decade di ottobre; oggi e non da oggi, ma da un ventennio a questa parte e in maniera sempre più marcata, siamo preda di un turismo povero, mordi e fuggi, che ha finito per mettere letteralmente in ginocchio non solo tutto il tessuto economico, ma anche quello ambientale e culturale del territorio aurunco, distruggendo gli stessi operatori nei cuori, nelle menti e nelle tasche e con essi Baia Domizia e il contesto territoriale.

Un modo diverso di fare politica, insomma, nel tentativo di avvicinare le istituzioni alla cittadinanza. Ci aspettiamo, io ed altri amici operatori, che lo Stato smetta di essere latitante e che intervenga finalmente in maniera seria e concreta per dare una risposta alle legittime aspettative di quanti hanno smesso praticamente di vivere perché costretti ad una continua corsa ad ostacoli per cercare di difendere quanto creato in tantissimi anni di sacrifici inenarrabili; purtroppo la lotta è stata sempre impari per cui molti di noi sono stati vittime di vere e proprie estorsioni da parte del sistema creditizio che ha finito per strangolarci definitivamente. Siamo stanchi ma non sconfitti e siamo decisi a lottare fino in fondo, costi quel che costi, perché ci venga resa giustizia; ringrazio intanto la presidenza della Repubblica, la presidenza della Camera, il prefetto di Caserta e quanti hanno dato e stanno dando prova di disponibilità per voltare pagina e chiudere, una volta e per tutte, con un passato buio e retrivo.

da Il Denaro.it (17 giugno 2009)

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