Festini hard, Cesa rifiuta la solidarietà di Berlusconi: “Non c’entro”

di Angela Oliva

 ROMA. Il gossip, ormai, si fa sempre più spazio nei salotti politici allargandosi a macchia d’olio.

Dopo le stranote vicende che hanno coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, oggi, il quotidiano “Il Giornale” ha pubblicato un articolo riguardante un’inchiesta del 2009 che avrebbe portato alla luce un presunto giro di ragazze squillo organizzato da una maìtresse che, titolare di un’agenzia pubblicitaria insieme a Lorenzo Cesa, avrebbe esercitato pressioni su uomini vicini all’allora premier Massimo D’Alema per ottenere favori ed appalti pubblici. L’inchiesta terminò il 4 ottobre 2000 con la condanna ad un anno della presunta maitresse dopo il patteggiamento. Il quotidiano milanese, di proprietà del fratello del premier Paolo Berlusconi, ha rivelato che il gruppo di escort avrebbe partecipato anche ad alcuni festini hard a Montecitorio.

Immediata la reazione del segretario nazionale dell’Udc Cesa che ha incaricato i suoi legali di avviare una causa civile per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del quotidiano “Il Giornale” e “di quanti altri organi di informazione volessero associare il suo nome a vicende da cui è palesemente del tutto estraneo”.

Appresa la notizia, il presidente Berlusconi ha voluto mandare un messaggio a Lorenzo Cesa per esprimere la sua solidarietà: “Non ho mai condiviso i modi di chi ricorre ai pettegolezzi ed alle chiacchiere di vario genere per insinuare dubbi o gettare discredito nei confronti di qualcuno per questo esprimo perciò tutta la mia solidarietà a Lorenzo Cesa. Se si leggono gli articoli sul ‘Giornale’ di oggi si vede che su Cesa non c’è nulla di nulla ma basta un titolo che fa un nome per criminalizzare una persona e sconvolgere una famiglia. Conosco Cesa, – ha spiegato il premier – gli sono amico e lo stimo al di là delle differenze politiche. Lo stesso voglio dire espressamente nei confronti dell’onorevole Massimo D’Alema, dei suoi collaboratori, della famiglia Agnelli e per quanti siano stati colpiti oggi da questo tipo di polemiche. Sono stato facile profeta quando ho previsto che l’imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata. Poiché io ho denunciato aggressioni a mio danno nessuno può pensare che io possa approvare analoghi metodi ed aggressioni nei confronti di chiunque. Sono stato facile profeta – ha concluso il Cavaliere – quando ho previsto che l’imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata. Poiché io ho denunciato aggressioni a mio danno nessuno può pensare che io possa approvare analoghi metodi ed aggressioni nei confronti di chiunque”.

Ma il segretario dell’Udc non ha accettato la solidarietà del premier sottolieneando il fatto che è completamente estraneo alla vicenda: “Non ho mai partecipato a festini,ne’ ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal Presidente del Consiglio”.

La risposta secca e decisa di Cesa ha irritato il cavaliere che ha prontamente replicato affermando: “Mi dispiace che l’onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni né so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga. La sua risposta – aggiunge – è offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti. Spero che torni in se e che risponda alle provocazioni con la stessa serenità e con lo stesso stile con cui reagisco io”.

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