Iran, continuano le proteste: pena di morte per i dissidenti arrestati

di Angela Oliva

 TEHERAN (Iran). Tensione altissima in Iran dopo l’elezione di Mahmud Ahmadinejad al capo del governo iraniano.

Elezioni che secondo l’altro candidato Mir Hossein Mousavi sono frutto di brogli nei seggi. Migliaia di sostenitori di Mousavi hanno già protestato martedì pomeriggio con una manifestazione in piazza Azadi alla quale hanno partecipato anche i candidati Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi. I protestanti denunciavano i brogli elettorali con cori del tipo “Morte al dittatore”, “Gli iraniani preferiscono la morte all’umiliazione” e “Mousavi noi ti sosteniamo”.

I manifestanti hanno programmato una nuova protesta per oggi in piazza Haft-e-Tir, nel centro di Teheran,

Mousavi, però, ha chiesto ai suoi sostenitori di riunirsi anche giovedì per una marcia pacifica e raduni in segno di lutto per i manifestanti uccisi lunedì a Teheran: “Chiedo al popolo iraniano di tenere marce pacifiche e di riunirsi nelle moschee per consolare le famiglie dei martiri e dei feriti nelle manifestazioni dei giorni scorsi”.

Dal canto suo il presidente iraniano Ahmadinejad ha affermato che il popolo iraniano vuole essere guidato da lui: “La mia rielezione è stata la prova della fiducia del popolo nei suoi precedenti 4 anni di governo. Il risultato elettorale ha confermato il lavoro del nono governo, che e’ stato basato sull’onesta’ e il servizio al popolo”.

Intanto sono molte le persone arrestate perché considerate dissidenti che, come ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Isfahan, potrebbero essere condannate alla pena di morte. Il magistrato Mohammad Reza Habibi, ha spiegato che “il codice penale islamico prevede la pena di morte per coloro che creano danneggiamenti e incendi, considerandoli Mohareb, termine legale arabo che significa Nemici di Dio”.

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