PIEDIMONTE MATESE. Il senatore del Pdl Carlo Sarro e gli esponenti del gruppo consiliare Giovanni Ferrante, Mauro Martino, Nicola De Girolamo e Giacomo Cestaro, hanno presentato ai carabinieri di Piedimonte Matese una denuncia …
… riguardante la mancata sottoposizione degli atti allopposizione relativi allacquisto del compendio immobiliare Opera Salesiana, che era allordine del giorno della seduta del Consiglio comunale tenutasi lo scorso 12 giugno.
I consiglieri ricendicano il loro diritto a visionare gli atti almeno 24 ore prima di qualsiasi deliberazione da parte del Consiglio.
In data 11 giugno, alle ore 10, – spiegano i consiglieri del Pdl nella denuncia – quando era già scaduto il termine di visione degli atti, si teneva la conferenza dei capigruppo. In tale occasione al capogruppo del Pdl Giovanni Ferrante non veniva mostrata alcuna copia della proposta di deliberazione riferita all’argomento dellOpera Salesiana. Sempre il capogruppo Ferrante, intorno alle ore 10.45, si recava presso l’ufficio Affari Generali dove interloquiva con la dottoressa Rosa Di Marco, alla presenza delle dipendenti Nicla D’Antonio e Anita Salvatore, venendo informato che la proposta di deliberazione era in corso di perfezionamento presso la Segretaria Comunale Rita Riccio e, quindi, veniva notiziato che, al momento, non era disponibile la proposta nella sua formulazione definitiva e che non appena perfezionata gli sarebbe stata trasmessa per via telematica. Ma, come risulta dagli stampati allegati alla denuncia, il testo della proposta di deliberazione è stato inviato a Ferrante alle ore 13.14.
Anche il consigliere Nicola De Girolamo, – continuano gli esponenti del Pdl – alle ore 13.30 si recava presso il medesimo ufficio per richiedere copia della proposta di delibera in questione, che gli veniva consegnata dalla dipendente D’Antonio apprendendo, dalla dottoressa Di Marco che il testo definitivo era stato depositato in ufficio da circa mezzora.
Il giorno successivo, durante la seduta del Consiglio, il senatore Sarro, come risulta dalla registrazione delladunanza, chiedeva che la discussione dellargomento venisse rinviata di sette giorni per consentire ai consiglieri di poter assumere una decisione con maggiore consapevolezza. Tale esigenza spiegano ancora i consiglieri – si rendeva necessaria in ragione del ragguardevole importo finanziario dell’operazione, pari ad 1 milione e mezzo di euro, della non chiara destinazione di parti significative del compendio immobiliare, e della stessa compatibilità delloperazione con il regime giuridico dei beni, derivante dall’atto di donazione del 1963. Ciò nonostante – concludono dal Pdl – la maggioranza consiliare decideva ugualmente di procedere pur in presenza di unevidente compressione dei diritti della minoranza.