CANCELLO ED ARNONE. Sembra ormai vicino il tempo di una prima, importante resa dei conti che potrebbe far tirare finalmente un sospiro di sollievo agli allevatori bufalini che da mesi, se non da anni, sono stati costretti, …
… per una tremenda congiuntura economica e interistituzionale, a vivere fra disagi, palpitazioni e danni di devastante peso. E lo stato danimo che tangibilmente si registra allindomani di una pronuncia del Tar-Campania di cui si fa interprete, più che avvertito, lavvocato Raffaele Ambrosca, presidente della Lab (Lega Allevatori Bufalini), il quale, puntando preliminarmente la massima attenzione sugli sbocchi possibili in ordine alle due cruciali questioni delle stalle sconosciute e dei sistemi di analisi, così articola il suo commento: La pronuncia del Tar-Campania (resa nota il 4 giugno 209, ndr) è di assoluta chiarezza e comincia a rendere giustizia agli allevatori che hanno creduto ad una doverosa battaglia.
In effetti, il Tar ha accolto la richiesta di sospensione circa le dichiarazioni di stalla sconosciuta emesse dallAsl Ce 2. Riepilogando la sequenza, basta ricordare che lAsl, a causa dei ricorsi presentati dagli allevatori, ha omesso la profilassi nelle stalle laddove non sono stati abbattuti i capi ritenuti positivi. Trascorso un anno, in assenza dei predetti controlli, queste stesse stalle sono state dichiarate sconosciute con la conseguente interdizione alla consegna del latte dellintero allevamento. Orbene, con la nuova pronuncia – osserva il presidente – il Tar -Campania, in buona sostanza, ha ritenuto, a mio parere, illegittimo o quantomeno viziato il procedimento fin qui adottato.
Vi è comunque la seconda nodale questione su cui Ambrosca intende anticipare un altro probabile sbocco: Inoltre – fa infatti notare cresce lattesa per la pronuncia del Tar-Lazio nella Camera di Consiglio del prossimo 24 giugno, allorquando si discuterà dellintroduzione di nuovi sistemi di analisi per laccertamento delleffettiva infezione degli animali bufalini, sistemi che andrebbero a sostituirsi a quelli finora applicati e che, comè ampiamente risaputo, ricercano gli anticorpi della brucellosi, quindi la sieropositività e non la vera e propria infezione. Il presidente fa così riferimento al protocollo definito Pcr e riconosciuto dallo stesso Istituto Superiore della Sanità.
Appare, insomma, del tutto evidente che, nel caso in cui gli sviluppi in sede giurisdizionale andassero a muoversi nella direzione spiegata ed invocata dal presidente della Lab, ne deriverebbero due eclatanti svolte: uno stop alle procedure fin qui seguite dalle Asl (che hanno messo in ginocchio innumerevoli aziende) e addirittura unautentica rivoluzione che i nuovi sistemi di analisi andrebbero, appunto, inevitabilmente a determinare.