Scarcerato Antonio Pisano, è accusato di aver favorito latitanza Setola

di Redazione

Antonio PisanoTRENTOLA DUCENTA. Antonio Pisano, accusato di aver favorito la latitanza del boss Giuseppe Setola, è stato scarcerato.

Il Gip presso il Tribunale di Napoli Maria, Gabriella Pepe, ha accolto l’istanza promossa dagli avvocati Vincenzo Guida e Paolo Cacciapuoti, rimettendo in libertà l’uomo originario di Teverola dopo l’arresto avvenuto lo scorso 31 gennaio. Pisano era ritenuto uno dei favoreggiatori di Setola. La Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Napoli ha già chiesto di processare, con il giudizio immediato Pisano. Questi fu tratto in arresto a seguito di ordinanza di custodia cautelare adottata proprio dalla dottoressa Pepe del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda.

Secondo l’accusa, Pisano aveva fatto da prestanome per prendere in locazione l’abitazione di Trentola Ducenta dove si nascondeva il pericoloso latitante del clan dei Casalesi. Lo stesso covo dal quale Setola riuscì, con una rocambolesca fuga, a sfuggire all’arresto, scappando attraverso le fogne, per poi essere arrestato due giorni dopo. Le indagini consentirono, però, di verificare che per l’immobile dove si nascondeva il pericoloso latitante era stato stipulato un contratto di locazione regolare proprio da Pisano. All’allestimento del covo, secondo l’accusa, avrebbe contribuito pure Giovanni Iuliano, di Trentola Ducenta, anch’egli tratto in arresto, che avrebbe fatto da intermediario con i proprietari dell’immobile.

La Procura di Napoli ha chiesto ed ottenuto che il processo si svolgesse con le forme del giudizio immediato. L’inizio del processo è fissato per metà luglio. La difesa di Pisano, nei giorni scorsi, aveva chiestoal Gip di revocare o quanto meno attenuare la misurain atto, effettuando pure una serie di valutazioni nel merito della vicenda, sostenendo, ancora una volta, la estraneitàdell’indagato. Il Gip ha accolto la tesi difensiva scarcerando Pisano dopo circa 4 mesi di detenzione in carcere. Ora la difesa attende il processo per cercare di dimostrare l’innocenza dell’uomo.

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