Fu la mafia ad uccidere il giornalista Rostagno: catturati i colpevoli

di Redazione

Mauro RostagnoPALERMO. Furono i boss della mafia trapanese ad ordinare, la sera del 26 settembre 1988, l’omicidio del giornalista-sociologo Mauro Rostagno, tra i fondatori della comunità Saman.

Questo secondo l’inchiesta della Squadra Mobile di Trapani che ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo Maria Pino su richiesta dei magistrati della Dda, Antonio Ingroia e Gaetano Paci.

Arrestati Vincenzo Virga, già capo del mandamento mafioso di Trapani, attualmente detenuto a Parma, indicato come l’organizzatore, e Vito Mazzara, detenuto a Biella, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto. I due avrebbero proceduto in concorso con quello che fu il mandante: il vecchio capomafia trapanese, Francesco Messina Denaro, deceduto durante la latitanza, e padre del superlatitante Matteo, ricercato da 16 anni.

L’indagine è stata supportata da nuovi accertamenti balistici compiuti dalla Scientifica di Palermo sui tre bossoli e sulle tre cartucce inesplose ritrovati nel luogo dell’agguato, dai quali è emerso che provenivano dalle stesse armi (un fucile semiautomatico calibro 12 e di un revolver calibro 38) utilizzate in quel periodo per altri delitti di mafia nella zona di Trapani. Delitti quali: il duplice omicidio di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, avvenuto l’11 giugno 1990 a Partanna; l’omicidio di Antonino Monteleone, il 7 dicembre 1990 a contrada Marausa (Trapani); l’omicidio dell’agente di custodia Giuseppe Montalto, avvenuto il 23 dicembre 1995 a Palma, altra frazione del capoluogo di provincia.

A costare la vita al giornalista fu la continua attività di denuncia che svolgeva attraverso la piccola emittente televisiva trapanese “Radio Tele Cine”. Accuse continue che hanno scatenato la reazione della mafia. Fu ucciso in un agguato in contrada Lenzi, davanti all’ingresso della comunità terapeutica Saman in cui il giornalista operava e alloggiava.

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