ROMA. La Camera ha votato la fiducia ai tre maxiemendamenti del governo al disegno di legge in materia di sicurezza.
I voti a favore sono stati 315 e 237 i contrari.La votazione finale è prevista per le 12.30 di giovedì. Intanto, tiene bando la polemica sui respingimenti di immigrati. Polemica che fa registrare tensioni tra la Lega (Chi la dura la vince, ha esclamato Umberto Bossi) e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha invitato a non fare propaganda elettorale su questi temi. E Bossi: Se la propaganda non la fai quando ci sono le elezioni, quando la fai?.
Sugli immigrati e i rimpatri forzati, il ministro dellInterno, Roberto Maroni, sottolinea che la linea del governo non cambierà, nonostante il monito dellagenzia Onu. Tuttavia, Maroni incontrerà i vertici italiani dellUnhcr per dare chiarimenti: Venerdì avrò un incontro con il commissario Jolls, che è il responsabile italiano dellUnhcr. Lo vedo perché le preoccupazioni che vengono sollevate le teniamo in conto ma la proposta che facciamo non è quella che hanno avanzato loro di accoglierli tutti e poi valutare, ma quella di creare una struttura in Libia per valutare là se qualcuno ha i requisiti per lo status.
E sullallarme per i figli dei clandestini, i cosiddetti bambini-fantasma, che, secondo alcune voci, il ddl consentirebbe loro di essere immediatamente adottabili, il ministro sbotta: E unaltra panzana, inventata da non so chi. La legge Bossi-Fini spiega Maroni prevede la concessione automatica del permesso di soggiorno di sei mesi dalla nascita del bambino sia per il figlio che per i genitori. A quel punto entrambi possono iscriverlo allanagrafe, aggiunge la relatrice del ddl Iole Santelli.
Dallopposizione, il capogruppo dellIdv Massimo Donadi dichiara che non cè un briciolo di sicurezza in questo testo, solo demagogia. Si finanziano le ronde, che sono lanticamera della polizia di partito, e si tolgono soldi alle forze di polizia. Per il Pd, Marco Minniti parla di un sonno mostruoso della ragione, e di una fiducia posta contro la libertà della stessa maggioranza.
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