Berlusconi attacca la magistratura dal palco di Confindustria

di Redazione

Silvio BerlusconiMILANO. Lo ribadisce: la sentenza sul caso Mills “è una cosa scandalosa, la realtà è esattamente il contrario di quello che questi giudici hanno scritto, perché si tratta di giudici che sono degli estremisti di sinistra”.

Parole, quelle di Silvio Berlusconi, non proferite in Parlamento, come aveva annunciato in un primo momento dopo la sentenza dei giudici milanesi, ma all’assemblea annuale di Confindustria. Attacchi ai magistrati e un lungo elenco di cose fatte e da fare da parte del governo.

Il premier ha spiegato che il suo governo porterà avanti comunque la riforma della giustizia, con la separazione tra le funzioni tra chi giudica e chi rappresenta l’accusa. “Berlusconi ha le spalle larghe e più lo attaccano più ne esce rafforzato ma qualunque altro cittadino potrebbe non potersi difendere adeguatamente con l’attuale sistema”.

Sulla sua vicenda giudiziaria: “Il signor avvocato Mills, che io non ho mai conosciuto, riceve per le prestazioni da un armatore italiano una parcella da 600mila dollari, così per non pagare tasse dice che è una donazione. E quando viene messo sotto pressione e gli si chiede da dove arrivi quel denaro, decide di chiamare in causa un dirigente Fininvest morto… Poi si accorge di quello che ha fatto e finalmente dice la verità”. Per Berlusconi a quella sentenza non si doveva neppure arrivare, perché “si riferiva a fatti che avrebbero dovuto essere già prescritti”.

Quanto alle critiche ai giudici, ha sottolineato che “sarebbe assurdo non poter esprimere un’opinione”, soprattutto se queste riguardano la loro non obiettività legata a “ragioni politiche”, uno dei motivi per cui era stata chiesta dai suoi avvocati la ricusazione di Valentina Gandus. E proprio sulla Gandus fa un esempio calcistico: “Sarebbe come se fosse chiamato Mourinho ad arbitrare una partita Milan-Inter”.

Berlusconi, inoltre, ha parlato di “Parlamento pletorico” e di “numero di deputati da ridurre”. Ad ascoltarlo c’era il presidente della Camera e numero due del Pdl, Gianfranco Fini, che poco dopo ha replicato: “Il Parlamento è un interlocutore ineludibile, qualificato e impegnato così come è percepito dalla società all’interno delle nostre istituzioni”.

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