Cocevest: “Bisogna ‘aggredire’ il mercato del lavoro”

di Redazione

da sin. Petrella, Branco e GinolfiGRAZZANISE. Il dibattito sviluppatosi qualche giorno fa nel contesto del corso di formazione “Il coraggio di essere persone, lavoratori e cittadini responsabili nel III Millennio”, …

… progettato dal Cocevest e ormai in dirittura d’arrivo, ha fatto emergere alcune corsie preferenziali praticabili dai giovani in cerca di prima occupazione. Fra queste una indicazione di fondo: bisogna “aggredire” il mercato del lavoro. Nessuna attesa passiva, dunque, del “posto fisso e sicuro” di antica data, bensì un’attenta esplorazione dell’offerta di lavoro (mutevole, tecnologicamente avanzata e specialistica) e, poi, via libera all’acquisizione di necessarie competenze, allo spirito di iniziativa, alla sfida personale e di gruppo anche nei varchi aspri del rischio.

Su questo punto è stato concorde il parere dei tre esperti che si sono confrontati, con ampio corredo di argomentazioni. Il dottor Enrico Petrella, siglando le dominanti linee tendenziali con lettere alfabetiche, ha spiegato che per individuare e rafforzare Y/L (cioè il valore di un giovane sul mercato del lavoro, considerato dall’azienda che intende valutarlo per assumerlo), poco c’è da fare su N (equivalente ai mezzi economici messi a disposizione dalla famiglia o dallo Stato sociale) e su K (patrimonio genetico e ambientale), mentre A (conoscenze tecnologiche, Office, Internet, inglese…) ed H (conoscenze maturate dal giovane attraverso la formazione e l’esperienza) costituiscono un “jolly importante da giocarsi al momento delle selezioni”.

Una sintetica ma chiara analisi che ha ben spianato la strada all’articolato intervento del dottor Gianfranco Ginolfi, il quale, proprio sottolineando l’efficace spendibilità dell’esperienza, ha esplicitamente detto che occorre “aggredire” il mercato del lavoro, non scartando le occupazioni precarie (perché oggi tutto il mondo vive nella precarietà), puntando sul “lavoro a progetto” e non rinunciando affatto alle “opportunità nuove e atipiche”. E’ necessario allora “proporsi, inserirsi nelle banche-dati, entrare presto nel mondo del lavoro”.

Al centro del dibattito si è collocato il ragionier Mattia Branco, noto consulente del lavoro, che, anche mediante una bella e pratica ricostruzione autobiografica, ha dimostrato, a sua volta, che volontà e tenacia premiano i giovani capaci di esplorare le dinamiche occupazionali innovative con cui oggi ci si deve cimentare. Ricco il dossier che Branco ha voluto donare ai corsisti cocevestini: una stimolante documentazione relativa, fra l’altro, all’attesa “riforma delle professioni” e al protocollo d’intesa sottoscritto dall’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) e dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, fino al riconoscimento espresso dal papa Benedetto XVI agli stessi consulenti per il loro notevole impegno a favore del “lavoro etico” e del “rispetto dei diritti della persona”.

L’appuntamento conclusivo del Corso è in programma per domenica prossima, 24 maggio, quando – coi contributi di Giovanna Di Marcello (Europe Direct), Emilia Narciso (Unicef) ed Agnese Ginocchio (Ambasciatrice internazionale per la Pace) – si affronterà l’affascinante problematica “Dove va il mondo?”.

inviato dal professor Raffaele Raimondo, presidente Cocevest

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