Droga, la camorra ora si rifornisce direttamente in Sudamerica

di Redazione

 NAPOLI. I finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno portato a termine una maxioperazione in Argentina, a San Javier, sequestrando circa 90 chilogrammi di cocaina e arrestando quattro narcotrafficanti sudamericani.

La droga, nascosta a circa tre metri di profondità in un pozzo ricavato artigianalmente in un terreno, era stata appena dissotterrata dai narcos e pronta per essere consegnata ad un corriere, quando sono intervenute le Fiamme Gialle e gli agenti della polizia argentina.

Si tratta della terza tranche dell’indagine “Ambassador” condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia dalla Guardia di Finanza di Napoli che finora ha portato al sequestro di circa 820 chilogrammi di cocaina purissima e all’arresto di sei membri di un’organizzazione criminale partenopea. L’obiettivo è di sgominare gli affari milionari tra la camorra napoletana e i cartelli sudamericani, da cui i clan hanno iniziato a rifornirsi direttamente, per evitare mediatori europei (soprattutto in Olanda e Spagna) e, soprattutto, per risparmiare dal momento che l’acquisto viene effettuato direttamente presso i produttori.

Secondo il procuratore Giovandomenico Lepore quello in Argentina era il primo acquisto della camorra nel mercato “all’ingrosso”. A tal proposito, il generale Giovanni Mainolfi, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, commenta: “Comprando la droga in Sudamerica la camorra la paga circa 2.500 euro al chilo, mentre dai mercati spagnoli e olandesi il costo era pari a 40-45mila euro al chilo. Risparmiando così tanti soldi i clan possono anche permettersi di rischiare di più e perdere qualche carico”.

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