Potatura selvaggia, il Parco Pozzi senza ombra

di Nicola Rosselli

Uno degli alberi potatiAVERSA. “Dopo la potatura radicale delle querce, le fronde stentano a crescere e quelle poche panchine ancora utilizzabili si ritrovano tutte assolate e siamo solo ai primi caldi”.

Gli anziani che frequentano quotidianamente il Parco Pozzi, in circa di frescura e tranquillità sono sul piede di guerra. Chiedono all’amministrazione comunale di riparare almeno in parte allo sconquasso portato con la potatura delle querce secolari dell’ex campo profughi, installando altre panchine in posti dove arriva l’ombra degli alberi risparmiati dal taglio selvaggio dei mesi scorsi. Un taglio che, sebbene non abbia, almeno per il momento, danneggiato definitivamente gli alberi, non porterà, per quest’anno, alcuna frescura. Si prospetta, insomma, un’estate senza ombra per i frequentatori del Parco Pozzi, divenuto una sorta di simbolo delle opere incompiute o mal realizzate di questa amministrazione, come, in verità, lo era stato delle precedenti.

Da anni, nonostante solenni impegni e promesse, non si riesce a trasformare questo polmone verde nel cuore della città in un’area vivibile civilmente. Oggi, i ciclomotori continuano a farla da padroni, specie di mattina, e i ragazzini giocano indisturbati a calcio ovunque (prerogativa anche di piazze storiche come piazza Amedeo o piazza Vittorio Emanuele, dove i passanti sono costretti a cercare di evitare i tiri dei novelli Totti e Del Piero). Intanto, il sindaco Domenico Ciaramella ha promesso che per il prossimo giugno (ormai alle porte) termineranno i lavori con tanto di sistemazione interna. Ma fino ad allora? La situazione attuale di completo abbandono, con area in preda a tossici e ad emuli di Valentino Rossi, fa dire all’assessore al ramo Nicola De Chiara: “Non spenderò più un centesimo per il parco se non ci saranno controlli più rigidi”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico