Complesso di via Giordano in preda a degrado e abusivi

di Antonio Arduino

 AVERSA. Dopo aver speso circa 250mila euro provenienti dai finanziamenti concessi ad Aversa dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nell’ambito del programma Urban Italia, …

per realizzare una struttura polifunzionale ad uso pubblico, l’amministrazione comunale non solo lascia quanto realizzato in preda a quel degrado che l’Urban puntava a cancellare, ma anche che diventi terreno fertile per l’attività di parcheggiatori abusivi.

Parliamo del complesso realizzato in via Luca Giordano dove, come si legge nel volume “La città che cambia” edito nel febbraio 2007 a cura dell’amministrazione municipale, grazie a un finanziamento di 258 mila euro doveva essere recuperata e riqualificata un’area standard comunale di circa 5mila metri quadrati compresa fra la scuola media e la parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù.

Sia chiaro il recupero c’è stato. Su quella area è sortouno “spazio di aggregazione”, come lo definisce il progettista e direttore del lavori Ludovico Nappa, formato da un anfiteatro capace di circa 300 posti a sedere, distribuiti su tre livelli, con percorsi verdi, due strutture monopiano adibibili ad ogni tipo di uso, servizi igienici e parcheggio, quest’ultimo esterno, da 32 posti auto.

Dopo essere stato collaudato, tra dicembre e gennaio, invece di essere utilizzato da subito lo “spazio di aggregazione” è stato lasciato a sé stesso. Così l’area verde si è trasformata in una unica immensa sterpaglia che sommerge percorsi e anfiteatro, le strutture monopiano sono state usate come tele da vandali desiderosi di scrivere frasi “d’amore” mentre il parcheggio pubblico è diventato “proprietà privata” di parcheggiatori abusivi che, particolarmente di sera, operano indisturbati. La ragione del mancato utilizzo del complesso, dicono gli addetti ai lavori, sarebbe da ricercare nella mancanza di utilizzatori. “Perché –spiegano- l’amministrazione intende concedere lo spazio in gestione ad associazioni o a privati cittadini che ne faranno richiesta. Solo allora provvederà a completare l’opera disponendo anche la messa in sede di alberi, così come era stato previsto”.

Dunque, stando alle parole degli addetti ai lavori, ne viene di conseguenza che se lo spazio di aggregazione resta chiuso è perché nessuno lo avrebbe ancora chiesto in gestione. Impossibile. Considerando il numero di associazioni presenti in città è una ipotesi inverosimile. Comunque sia, visto che quello spazio di aggregazione è destinato a migliorare la vivibilità dell’ambiente e che è pronto all’uso da cinque mesi, perché non aprirlo alla città evitando che si degradi ancora prima di poter essere usato. Prima, però, per impedire che sia oggetto di nuovi scempi da parte di “poeti innamorati” si mettano delle telecamere di sorveglianza.

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