Viola obbligo di dimora: arrestato affiliato al clan Picca

di Redazione

Raffaele Di TellaTEVEROLA. Cerca di evitare il controllo dei carabinieri ma, dopo un inseguimento, viene bloccat e messo in manette.

Intorno alle 11 di mercoledì mattina, in via Dietro Corte, a Teverola, i carabinieri della locale stazione, insieme ai colleghi dell’XI° Battaglione Puglia, notavano una Renault Megane, di colore grigio, che, alla loro vista, invertiva la marcia e proseguiva in direzione a loro opposta. I militari si precipitavano nelle loro gazzelle e davano il via ad un inseguimento, riuscendo a bloccare, dopo qualche minuto, la vettura, su cui viaggiavano tre persone. Tra queste Raffaele Di Tella, 41 anni (nella foto).

A seguito degli accertamenti, risultava che Di Tella era sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Pertanto, l’uomo veniva arrestato in attesa di giudizio per direttissima. Le altre due persone che erano con lui, il conducente dell’auto e l’altro passeggero, venivano segnalate all’autorità giudiziaria.

Di Tella è ritenuto affiliato al clan camorristico teverolese dei “Picca”, negli ultimi anni decimato dagli arresti. Proprio i carabinieri, il 23 febbraio del 2005, catturarono il boss Aldo Picca, assieme ad altri affiliati dell’organizzazione criminale appartenente all’ex Nco (Nuova camorra organizzata) di Raffaele Cutolo, la cui presenza a Teverola era permessa dalla “confederazione” dei Casalesi in virtù di un patto di non belligeranza. Patto che poi andò in fumo con la guerra scatenatasi nel “triangolo” Teverola-Carinaro-Gricignano tra i Picca e gli altri clan locali collegati ai Casalesi, in particolare quello di Gricignano capeggiato da Andrea Autiero, che portò ad una serie di reciproche ritorsioni, tra cui l’omicidio, il 6 agosto del 1992, di Francesco Picca, fratello del boss Aldo, in via del Popolo, tra Aversa e Teverola, nei pressi delle case popolari. Per quell’omicidio il 6 dicembre scorso sono stati condannati dalla Cassazione, quali mandanti, i due boss dei Casalesi Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, e Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”.

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