Parcheggio in centro storico, Savoia: “Non giova a vivibilità”

di Redazione

Giuseppe SavoiSANT’ARPINO. LÂ’intervento
integrale dellÂ’ex sindaco Giuseppe
Savoia
sullÂ’ordine del giorno riguardante il parcheggio nel centro storico,
discusso durante lÂ’ultima seduta consiliare.

“La
nostra cittadina si vanta di una storia millenaria con testimonianze che
risalgono ad oltre il VI sec. A.C.

I
nostri predecessori e noi stessi ci siamo sempre vantati di rappresentare il
territorio dove era situato il centro antico della Città di Atella. Le
emergenze storiche, archeologiche ed artistiche presenti sul territorio ci
fanno sentire orgogliosi di appartenere a questa terra, dove hanno avuto
origini le prime forme di commedia dellÂ’arte comica e buffa. Non vogliamo stare
qui a ricordare a Voi tutti la nostra storia e le nostre prestigiose origini.
Non vogliamo sottolineare le nostre tradizioni e la nostra Cultura, per le
quali Voi stessi avete affermato che volete caratterizzarvi con il rilancio
della Sagra del Casatiello, con Pulcinellamente, con Atella Jazz e Atella Classica, con il Carnevale
Atellano
. Ma tutto questo, cari consiglieri non ha senso se non vi è una
chiara politica di riqualificazioni e recupero del patrimonio artistico e
monumentale del nostro territorio. Non ha senso pensare di intensificare il
nostro, il vostro impegno per la realizzazione del Parco archeologico se a ciò
non si integra una programmazione urbanistica dellÂ’intero territorio atellano.

Quando
ci si è dotati di un Piano di Recupero del Centro Storico, quando si è
investito sul recupero e la rifunzionalizzazione del Palazzo Ducale, della
piazza S. DÂ’Acquisto, della Piazza Umberto I, della Chiesa di S.Francesco di
Paola, ecc. si pensava che un centro per essere vivibile e fruibile avesse
bisogno di attrezzature ricettive di
interesse generale ed anche di parcheggi. Progetti da tutti condivisi
(ricordiamo che il piano di recupero venne approvato all’unanimità del
Consiglio Comunale). Lo stesso Palazzo Ducale, centro civico e culturale, il
più importante della nostra comunità atellana, è stato salvaguardato e
recuperato per funzioni non solo istituzionali ma culturali e di promozione
turistica. Il tutto visto in una visione ampia ed integrata tra esigenze e
finalità pubbliche ed interessi di privati cittadini.

Quante
volte si è affrontato il recupero del centro storico con progetti integrati che
prevedono la partecipazioni dei privati, come il Parco Pubblico nellÂ’antico
palazzo Giordano, il parcheggio ed il recupero dellÂ’ala sinistra del palazzo
ducale nella proprietà Dell’Aversana, il progetto di recupero urbanistico nella
proprietà Di Santo o delle antiche botteghe artigianali in Via Compagnone o
della rifunzionalizzazione della ex fabbrica Puca. Tutti questi interventi
andavano tutti affrontati con un sistema di “permutazione” con premi
volumetrici. Tutti interventi in variante al PRG, ma tutti destinati a
realizzare e recuperare nel centro storico attrezzature di interesse collettivo
nellÂ’ambito dei pochi spazi liberi o ristrutturati, senza sconvolgere il
disegno urbanistico preesistente.

Noi
siamo convinti che la realizzazione di un parcheggio a ridosso del centro
storico serva per la stessa vivibilità del centro, ma siamo altrettanto
convinti che tali interventi vanno programmati in un piano urbanistico dove siano
chiari gli obiettivi, dove il cittadino può fare proposte di intervento con
trasparenti finalità concertate e pianificate alla luce del sole. Dove
lÂ’interesse generale deve essere il primo obiettivo da perseguire, ed in
particolare dove la salvaguardia del Patrimonio Artistico e Monumentale deve
rappresentare un momento di crescita e rilancio dello sviluppo socio-economico
della intera collettività. La filosofia del “Fare” non può diventare la
politica del carciofo, cioè una cosa alla volta perdendo di vista l’insieme e
lÂ’interesse generale.

Ormai
tali obiettivi non sono più rinviabili e con la proposta agli atti occorre
affrontare lÂ’intera problematica in una visione strategica e non particolare.
Altrimenti ci ritroveremo di fronte a richieste di privati dove sarà difficile
giustificare un diniego. In tali casi e senza una corretta pianificazione,
concertata e condivisa, saremmo soggetti al “sacco alla città”. Dove le poche
aree libere e verdi saranno distrutte per lasciare spazio a tanti “parcheggi di
asfalto” e palazzi di cemento.

A
questo punto della nostra città, quella che tanto abbiamo decantato, sognato e
programmato, non rimarrà che un fiume di inchiostro che sfocia in un mare di
cemento!”.

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