Allargamento via SS. Cosma e Damiano, guerra aperta tra Pascariello e Guglielmo

di Redazione

Enrico Guglielmo SAN NICOLA LA STRADA. La questione dell’ampliamento di Via SS. Cosma e Damiano, strada che l’Amministrazione Comunale ritiene di pubblica utilità e di notevole importanza per la decongestione del traffico veicolare, …

… e per la quale ha dato mandato all’avvocato Andrea Abbamonte di ricorrere alTar Campania contro il decreto del Ministero Beni Culturali che pone dei vincoli per l’abbattimento del muro che si rende necessario per l’ampliamento della suddetta strada, prende il via tre anni orsono.

Il sindaco Angelo Pascariello ha intrapreso nel 2006 una acerrima battaglia contro il sovrintendente per i beni Architettonici e per il paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Caserta e Benevento, architetto Enrico Guglielmo (nella foto), la cui nomina, si ricorderà, avvenne in maniera talmente improvvisa da apparire un vero e proprio “golpe” ai danni della dottoressa Petrenga, ora deputato.

Il perché è riferito al famoso allargamento della strada di via SS. Cosma e Damiano, il cui muro di cinta era coperto da vincolo di interesse storico unitamente alla grotta ipogea (D.M. del 26.07.1985, ai sensi della legge nr. 1089 dell’01.06.1939).

L’allargamento della strada risale al lontano 1985. Ben quattro sindaci (Felice D’Andrea nel 1985, Pascariello, Nigro, Tiscione e dal 2001 ancora Pascariello) avevano previsto l’allargamento della strada perché essa è di primaria importanza per l’intera collettività sannicolese.

Finalmente, dopo due sentenze (prima il Tar Campania con sentenza nr. 2583 del 5 ottobre 1999 e successivamente il Consiglio di Stato con sentenza nr. 1616/2004 del 09.01.2004), che avevano annullato il vincolo limitatamente alla parte riguardante il muro di recinzione, il 26 luglio 2006, con nota prot. Nr. 15416, l’allora soprintendente Giovanna Petrenga esprimeva parere favorevole sul progetto trasmesso a condizione che venisse salvaguardata la testimonianza materiale del muro esistente.

Con nota del 2 ottobre 2006, prot. nr. 19268, l’architetto Guglielmo inviava una nota, indirizzata anche ai Carabinieri di San Nicola, con la quale revocava, in autotutela, il parere favorevole espresso dalla Petrenga perché scriveva “….. è viziato da incompetenza perché competente ad esprimersi è il Ministro ed il Direttore Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici….”.

Fu così che esplose l’ira di Pascariello che decise di adire la Magistratura. Nel frattempo, l’amministrazione comunale contrasse un mutuo, concessogli, di 600mila euro con la Cassa Deposito e Prestiti e sta pagando regolarmente le rate. Finalmente dopo 21 anni era stato trovato l’accordo con gli eredi del legittimo proprietario, il dottor Pietro Della Peruta ai quali andarono 40mila euro per quattro pietre di nessun valore storico. Infatti, se fossero state di un qualche interesse, i giudici avrebbero ribadito il vincolo come hanno fatto con la grotta ipogea. Siamo così giunti ai giorni nostri con il Tar Campania (sezione 7^) che ha emesso un’ordinanza collegiale (nr. 190/09) con la quale ha disposto una Ctu per verificare in contraddittorio delle parti, se il suddetto decreto ministeriale sia stato o meno emesso sulla base di una corretta rappresentazione della realtà.

In particolare, bisogna verificare: il reale stato di fatto del giardino storico e del casotto d’ingresso alla grotta ipogea, come descritto nella relazione storico – artistica; gli elementi di fatto in base ai quali la Soprintendenza ha ritenuto che la tutela del giardino storico sia strumentale alla tutela della grotta ipogea già oggetto del vincolo diretto di cui al decreto del 26 luglio 1985; gli elementi di fatto in base ai quali la Soprintendenza ha ritenuto di estendere la tutela anche al casotto di ingresso alla predetta grotta ipogea.

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