Terremoto, Fini: “Attenti alle mafie”. E spunta tassa per super-ricchi

di Redazione

Gianfranco FiniL’AQUILA. Nella giornata in cui il premier Silvio Berlusconi annuncia una seduta del Consiglio dei ministri a L’Aquila, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lancia un appello contro eventuali infiltrazioni mafiose nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma.

“Credo che in qualsiasi parte d’Italia, e per certi aspetti d’Europa e del mondo – dice Fini – dove ci sono enormi investimenti c’è il rischio di infiltrazioni mafiose o malavitose. È doveroso vigilare e non ho dubbi che le istituzioni saranno all’altezza”.

Riguardo all’idea lanciata del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso per la creazione di una “white list” delle imprese che si oppongono alle infiltrazioni criminali, Fini commenta: “Tutte le proposte meritano attenzione”.

E difende la scelta di tenere un Consiglio dei ministri in Abruzzo la prossima settimana: “È un’iniziativa di significato simbolico per dimostrare alle popolazioni che nonostante sia finita l’emergenza non cessa l’attenzione”.

Dall’opposizione viene invece criticata la scelta di tenere una seduta dell’esecutivo nel capoluogo abruzzese. “Ho avuto qualche dubbio nel sentire il premier Berlusconi invitare i politici a non fare passerelle e poi annunciare il prossimo Consiglio dei Ministri a L’Aquila. Il Consiglio dei Ministri può prendere i provvedimenti necessari anche a Palazzo Chigi mentre la scelta de L’Aquila sa molto di passerella”. Ad affermalo il segretario del Pd, Dario Franceschini, che, sulla ricostruzione delle aree devastate, annuncia: “Ci impegniamo ad andare in Abruzzo a controllare anche quando i riflettori si spegneranno”.

Intanto, il governo potrebbe accogliere una proposta dell’opposizione per reperire fondi, ossia un contributo obbligatorio per i cittadini “super-ricchi”. In particolare, la maggiorazione potrebbe scattare per chi supera la soglia dei 130.000-140.000 euro di reddito annuo. Non è chiaro ancora se si tratterà di un’addizionale Irpef e se il provvedimento sarà permanente o prenderà la forma di un una-tantum.

Continua, poi, la polemica legata all’utilizzo del cinque per mille a favore delle popolazioni colpite dal terremoto dopo le critiche delle associazioni di volontariato, le quali sostengono che in tal modo si toglierebbero risorse al settore e si lancerebbe una sorta di “guerra tra poveri”. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ai microfoni del Tg5, ha spiegato: “La destinazione del 5 per mille anche ai terremotati – spiega Tremonti – sarà un fatto soprattutto simbolico. Non è questo lo strumento per aiutare e per ricostruire”. “Lo spirito del 5 per mille – aggiunge – è che tu destini un pezzo della tua imposta a una causa che ti sembra buona e giusta. A noi è sembrato che il terremoto dell’Aquila fosse una causale giusta. La maggioranza degli italiani questo vuole. È venuta fuori un po’ di polemica, è sembrato che fosse un modo per togliere al volontariato: no, non si toglie nulla al volontariato, sennò il 5 per mille non l’avrei pensato tanti anni fa. Si dà in più, una causale in più e soldi in più. Non soldi in meno al volontariato, ma soldi in più per il terremoto”.

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