Caso Sandri, proiettile deviato? Periti in disaccordo

di Redazione

Gabriele SandriAREZZO. È ripreso stamattina, ad Arezzo, in Corte d’Assise il processo per la morte del tifoso della LazioGabriele Sandri, ucciso da un colpo di pistola nella stazione di serviziodi Badia al Pino nel novembre 2007.

Ascoltati i consulenti che hanno svolto perizie, per pubblico ministero, parte civile e difesa, sulla possibile deviazione che il colpo sparato dal poliziotto Luigi Spaccarotella avrebbe subito prima di raggiungere Sandri. In aula il professor Domenico Compagnini, consulente del pm insieme al professor Paolo Russo, che si occupa dei rilievi topografici; in aula anche Vero Vagnozzi, perito di parte civile, Paride Minervini, consulente della difesa, e il chimico Ingo Gabriel Maria. Presenti, inoltre, i familiari della vittima Giorgio Sandri, sua moglie Daniela ed il figlio Cristiano.

Secondo i peritiPaolo Russo, Domenico Compagnini e Ingo Gabriel Maria, incaricati dal pm Giuseppe Ledda, gli esami sul proiettile che ha ucciso Sandri sono compatibili con la ricostruzione secondo cui il colpo esplosoè stato deviato dalla rete metallica che divide l’area di servizio dall’autostrada. Sul proiettile ci sono due deformazioni, una dovuta all’impatto con il vetro dell’auto su cui viaggiava Sandri, l’altra compatibile con la forma del filo della rete metallica che in un punto risulta spazzolata e quindi impattata da un altro oggetto, il proiettile.

Ma non è dello stesso parere Vero Vagnozzi, consulente della famiglia Sandri, secondo cui nel vetro dell’auto su cui viaggiava il giovane il proiettileè entrato dritto, non c’è stata alcuna deviazione. Poi commentando la deformazione “a fetta d’anguria” trovata sul proiettile e che i periti del pm attribuiscono all’impatto con la rete, Vagnozzi commenta: “L’impatto con il filo di ferro avrebbe dovuto provocare uno strusciamento, non un incavo”. Infine, riguardo la porzione di rete sequestrata sulla quale avrebbe impattato il proiettile Vagnozzi ha detto: “Le reti delle autostrade sono piene di deformazioni di quel tipo. Ho fatto ricerche all’Anas e ho capito che sono provocate dai lavori per il loro montaggio”.

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